03/03/2022
Marcello Marzano
FOCUS EXTRA IMPRESE INNOVATIVE
DEFINIZIONE, DIFFUSIONE E NUOVI TREND
STARTUP INNOVATIVA: una definizione
La definizione normativa delle startup innovative in Italia prende origine dall’accoglimento, da parte del
Governo Monti, dei suggerimenti formulati nel Rapporto “Restart, Italia!” Elaborato da una task force di 12 esperti istituita nell’aprile del 2012 dal Ministro dello Sviluppo economico ed emersi dalla consultazione con i principali attori dell’ecosistema imprenditoriale
nazionale.
Il D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla Legge 221 del 17 dicembre 2012 (il cosiddetto Decreto Crescita 2.0) introdusse nell’ordinamento giuridico italiano la definizione di startup innovativa, predisponendo un vasto corpus normativo che prevedeva nuovi strumenti e misure di vantaggio che impattavano sull’intero ciclo di vita dell’azienda, dall’avvio alle fasi di crescita, sviluppo e maturazione.
Obiettivo del Governo era promuovere la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, in particolare giovanile, fornendo sostegno alla nascita e la crescita dimensionale di imprese innovative ad alto valore tecnologico di nuova o recente costituzione: le
startup innovative.
La definizione di startup innovativa è contenuta nell’art. 25, comma 2 del D.L. 179/2012, che la definisce come “la società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione […]”.
Requisiti
La normativa prevede poi una serie di requisiti affinché una società con questa forma giuridica possa qualificarsi come startup innovativa:
- è costituita e svolge attività d’impresa da non più di cinque anni;
- è residente in Italia o in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purché abbia una sede produttiva o una filiale in Italia;
- a partire dal secondo anno il valore di produzione non deve superare i 5 milioni di euro;
- non distribuisce, e non ha distribuito, utili;
- si occupa principalmente dello sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
- non nasce da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.
Al fine di potersi qualificare come startup innovativa è inoltre richiesto che sia rispettato almeno uno dei seguenti requisiti:
- sostiene spese in R&S e innovazione pari ad almeno il 15% del maggiore valore tra fatturato e costo della produzione;
- impiega personale altamente qualificato (almeno 1/3 dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori, oppure almeno 2/3 con laurea magistrale);
- è titolare, depositaria o licenziataria di almeno un brevetto o titolare di un software registrato.
STARTUP INNOVATIVA in Italia
Dai dati che si possono rilevare dall’ultimo rapporto sui trend economici delle startup innovative aggiornato di Unioncamere al termine del 3° trimestre 2021, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto-legge 179/2012 è pari a 14.032, in aumento di 540 unità (+3,3%) rispetto al trimestre precedente.
Dal citato rapporto emerge che i settori maggiormente rappresentati sono la produzione di software e consulenza informatica con il 37,9%, il manifatturiero con una percentuale del 16,4% (al cui interno sono maggiormente rilevanti la fabbricazione di macchinari con il 3,0% e la fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici 2,3%;), a seguire l’attività di R&S, 14,2%, l’attività dei servizi d’informazione, 8,6 e in ultimo il 3,1% opera nel commercio.
Da un punto di vista territoriale, se analizziamo la distribuzione geografica del fenomeno, la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative è la Lombardia con un 3.755, pari al 26,8% del totale nazionale. In coda figurano invece la Basilicata con 138 (1,0%), il Molise con 79 (0,6%) e la Valle d’Aosta con 19 (0,1%) startup innovative.
Altrettanto interessante è il confronto dl dato dell’incidenza di startup innovative in rapporto al totale delle società di capitali con meno di cinque anni e cinque milioni di fatturato annuo: in questa classifica il Trentino-Alto Adige si dimostra la regione con la più elevata incidenza: circa il 5,9% è una startup innovativa.
A seguire abbiamo il Friuli-Venezia Giulia (5,2%) e la Lombardia (5,1%) mentre tra le Regioni meno innovative, in fondo alla classifica, si trovano, con una percentuale di poco superiore al 2,5%, la Sicilia, la Campania e la Puglia.
Riproponendo la stessa analisi su base provinciale emerge Milano come la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative: alla fine del terzo trimestre 2021 esse erano 2.640, il 18,8% del totale nazionale, a seguire compare Roma, unica altra provincia oltre quota mille (1.471 startup, 10,5% nazionale).
Molto distanziate risultano tutte le altre province maggiori che, nell’ordine, sono: Napoli (625, 4,5%), Torino (506, 3,6%) e Bologna (368, 2,6%), a seguire troviamo Bari, Padova, Brescia, Salerno e Bergamo.
Anche nel caso di questo indicatore, se valutiamo l’incidenza percentuale, emergono dati in controtendenza rispetto al valore assoluto in quanto, al primo posto, si posiziona Trento (circa l’8,4%); seguono Milano (6,5%), Pordenone (5,7%), Bologna (5,6%). In ultimo posto risulta la provincia di Agrigento che è quella con la minore incidenza di startup sul totale delle nuove società di capitali (poco meno dello 0,7%).
I trend a livello internazionale
Gartner Inc., una delle più grandi società di consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo della tecnologia dell’informazione, e che ogni anno identifica le tendenze tecnologiche fondamentali per il business, ha delineato nel suo ultimo report quelle su cui si concentreranno le start-up innovative nel corso del prossimo anno.
Le 12 tendenze strategiche individuate nell’ultimo Gartner IT Symposium/Xpo 2021 tenutosi dal 18 al 21 ottobre a Orlando sono:
Trend 1: Data Fabric
Trend 2: Cybersecurity Mesh
Trend 3: Privacy-Enhancing Computation
Trend 4: Cloud-Native Platforms
Trend 5: Composable Applications
Trend 6: Decision Intelligence
Trend 7: Hyperautomation
Trend 8: AI Engineering
Trend 9: Distributed Enterprises
Trend 10: Total Experience
Trend 11: Autonomic Systems
Trend 12: Generative AI
Analizzando i principali trend, quello relativo al Data Fabric, che fa riferimento all’integrazione flessibile e resiliente delle origini dati tra piattaforme e utenti aziendali, rendendo i dati disponibili ovunque siano necessari, indipendentemente da dove risiedono i dati. Quest’analisi viene impiegata per apprendere e consigliare attivamente dove utilizzare e modificare i dati riducendo l’effort relativo alla gestione dei dati fino al 70%.
Per quanto riguarda il Trend 2 si fa riferimento alla rete di sicurezza informatica, un’architettura flessibile e componibile che integra servizi di sicurezza ampiamente distribuiti e disparati consentendo alle migliori soluzioni di sicurezza autonome di lavorare
insieme per migliorare la sicurezza generale, avvicinando i punti di controllo alle risorse che sono progettati per proteggere.
Sicuramente importante il Trend 4 relativo alle Cloud-Native Platforms, tecnologie che consentono di creare nuove architetture applicative che sono resilienti, elastiche e agili, consentendo di rispondere al rapido cambiamento digitale.
Le piattaforme cloud native migliorano il tradizionale approccio lift-and-shift al Cloud, che non sfrutta i vantaggi del Cloud e aggiunge complessità alla manutenzione.
Capaci di generare, di supportare e migliorare il processo decisionale umano e, potenzialmente, automatizzarlo le tecnologie relative alla Decision Intelligence, un approccio pratico per migliorare il processo decisionale organizzativo grazie alla quale è possibile modellare ogni decisione come un insieme di processi, utilizzando intelligence e analisi per informare, apprendere e perfezionare le decisioni.
Benefici in termini di scalabilità del business saranno portati dalle startup che affronteranno il Trend dell’Hyperautomation, un approccio disciplinato e orientato al business per identificare, controllare e automatizzare rapidamente il maggior numero possibile di processi aziendali e IT.
In ultimo riteniamo importante segnalare il Trend degli Autonomic Systems, che sono in grado di apprendere dai propri ambienti e modificare dinamicamente i propri algoritmi in tempo reale per ottimizzare il proprio comportamento in ecosistemi complessi. I sistemi autonomi creeranno un insieme agile di funzionalità tecnologiche in grado di supportare nuovi requisiti e situazioni, ottimizzare le prestazioni e difendersi dagli attacchi senza l’intervento umano.