venerdì 19 Nov, 2021

Coaching

18/11/2021

Come il coaching digitale migliora il benessere dei dipendenti

 

Il wellbeing sul posto di lavoro

Secondo il Center for Disease Control and Prevention (CDC), il benessere può essere descritto come la capacità di giudicare positivamente la vita e sentirsi bene. Questo include la presenza di emozioni e stati d’animo positivi, l’assenza di emozioni negative, la soddisfazione per la vita e l’appagamento.
Il benessere di un dipendente è un fattore chiave nel determinare l’efficacia a lungo termine di un’organizzazione ed è per questo che l’obiettivo principale dovrebbe essere focalizzato sull’assicurarsi che i dipendenti siano coinvolti, sani e soddisfatti sul lavoro. Sfortunatamente, sempre più persone hanno difficoltà a raggiungere un senso di benessere sul posto di lavoro a causa di richieste elevate, sentimenti negativi, ambienti di lavoro tossici e una mancanza di empatia da parte dei loro manager. Quando un’organizzazione non si occupa del benessere dei propri dipendenti, si assiste a un alto tasso di turnover, a una diminuzione della produttività dovuta alla mancanza di motivazione e al burnout.

Il benessere dei dipendenti è la priorità numero uno per i leader delle risorse umane. Sempre più persone, infatti, sono interessate a lavorare per un’azienda che offre iniziative per il wellbeing. Un dipendente su due è ora meno interessato ai vantaggi professionali e piú ai benefici connessi con il proprio benessere e la salute mentale.

L’impatto del Covid-19

I lockdown prolungati hanno portato all’isolamento e hanno aumentato il rischio di sviluppare malattie mentali e ansia. Il burnout è in aumento e la digitalizzazione del lavoro ha reso tutto più veloce: i dipendenti sentono la pressione di dover essere sempre vigili e reattivi ad ogni richiesta e comunicazione, con il risultato di avere meno pause e meno momenti dedicati al proprio benessere mentale. Inoltre, a causa delle circostanze imprevedibili, i lavoratori si sentono più vulnerabili e preoccupati per la loro sicurezza lavorativa. Una larga parte della forza lavoro ha reagito alla transizione pandemica interrogandosi sul senso della propria vita al punto che un recente report di Microsoft afferma che il 40% delle persone sta pensando di dimettersi dal lavoro attuale entro l’anno.


Secondo il Mental Health Report della multinazionale assicurativa AXA pubblicato nel 2020), durante la pandemia, circa il 45% dei 18-24enni si è maggiormente preoccupato per il proprio benessere mentale, mentre la percentuale si riduce leggermente tra i 25-44enni (38-40%).

Come valutare il benessere

Tradizionalmente, le aziende si concentrano più sulla riduzione dello stress dei dipendenti che sull’aumento del loro benessere. Capire come identificare quest’ultimo può essere difficile, ma ci sono alcuni fattori chiave a cui si può prestare attenzione.

  • Soddisfazione sul lavoro: alcuni fattori che determinano la soddisfazione sul lavoro includono l’ambiente, l’equità, le opportunità di promozione e le responsabilità.
  • Impegno nel lavoro: lo stato d’animo positivo sul lavoro. Gli studi hanno dimostrato che l’impegno porta ad alti livelli di creatività, prestazioni, comportamento organizzativo e soddisfazione del cliente.
  • Stress da lavoro: lo stress si genera a causa di richieste conflittuali nel proprio lavoro. I fattori includono l’ambiente, l’incertezza del lavoro, i problemi con i colleghi e la pressione sulle prestazioni.
  • Felicità personale: questa va oltre la felicità sul posto di lavoro e i fattori di come una persona si sente nella sua vita privata.

Come il coaching aumenta il benessere

I dipendenti con un benessere elevato mostrano un impegno maggiore sul lavoro. Ognuno ha bisogno di avere accesso a prospettive diverse per sapere quale direzione prendere e come crescere. Il coaching è incentrato su una relazione personalizzata che è incoraggiante ed empatica e costruita per aiutare gli altri a superare gli ostacoli. Avere una persona neutrale con cui parlare permette ai dipendenti di condividere le loro emozioni in modo appropriato e costruttivo. L’esperienza uno a uno con un coach personale è particolarmente preziosa per coloro che si sentono isolati e aumenta la capacità dei dipendenti di sentirsi rilassati e di pensare con chiarezza.

Il coaching è uno strumento molto potente per aiutare a trovare soluzioni e nuovi modi di pensare, creando effetti a catena di benessere in tutta l’azienda.

Il ROI dei programmi wellbeing

Le organizzazioni che investono in programmi di wellbeing vedono un aumento dell’impegno e della soddisfazione dei dipendenti, una riduzione dell’assenteismo e meno turnover. Le stime vanno dal 37% al 689% di ROI, dove anche la percentuale più bassa ha mostrato un aumento significativo dei ritorni. Investire in programmi di benessere, riduce anche i costi sanitari non necessari. Si pensi che secondo dati diffusi nel 2021 da CIPD, il Chartered Institute for Personnel and Development,, lo stress legato al lavoro, la depressione o l’ansia hanno rappresentato nel 2018-2019 il 44% delle malattie connesse al lavoro e il 54% dei giorni lavorativi persi.

Il benessere apporta miglioramenti nella forza lavoro più di qualsiasi altro risultato aziendale, tant’è che, secondo Deloitte, il 94% dei leader delle risorse umane concorda sul fatto che il benessere influenza la performance organizzativa.

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