L’AIdAM ha presentato la prima analisi a livello italiano sulle imprese e i mercati di sbocco.
Un utile termometro per potersi confrontare con i dati del comparto
Lo scorso aprile AIdAM – Associazione Italiana di Automazione Meccatronica, ha presentato un’analisi di settore a livello italiano.
Il lavoro è frutto dell’Ufficio Studi AIdAM, nato a giugno dello scorso anno con l’obiettivo di condurre e pubblicare analisi quali-quantitative sul settore automazione meccatronica e su mercati di sbocco. Questo studio rappresenta la quinta pubblicazione ad oggi diffusa dall’associazione.
«Attualmente esistono diverse indagini quantitative pubblicate da soggetti diversi, ma spesso sono parziali e manca una visione generale e numerica di settore», spiega Marcello Zinno, Marketing Manager di AIdAM. «Dunque, rappresentando il settore è per noi essenziale disporre di una nostra analisi. Inoltre abbiamo utilizzato un metodo raramente adottato che si incentra sui dati di bilancio depositati dalle aziende e non su stime».
Non è un caso che solitamente si lavora sulla propria base associativa acquisendone i dati e estendendoli, tramite un fattore moltiplicatore (stimato) all’intero settore. In alternativa si ragiona sul codice ATECO ma al momento non esiste un codice ATECO legato all’Automazione. AIdAM sta lavorando con ISTAT su questo aspetto, anche perché proprio dall’indagine condotta risultano più di 100 codici ATECO differenti adottati dalle aziende del settore.
Il metodo scelto è più empirico
Anzitutto l’associazione ha costruito il campione da analizzare a partire dal proprio database, da cui sono state selezionate le aziende oggetto dell’analisi. Il campione è stato poi ulteriormente raffinato per merceologia e arricchito con aziende suggerite dai soci. In questo modo è stato creato un panel finale di 436 ragioni sociali.
Tramite CRIBIS sono stati poi acquisiti e analizzati i dati di bilancio 2022. L’Ufficio Studi AIdAM si è focalizzato su specifiche merceologie in modo da fornire dati ragionevolmente aggregati. L’aggregazione ha avuto ad oggetto alcuni fattori identificativi di bilancio per descrivere le caratteristiche e la salute del settore. Emerge così un mercato da 14 miliardi di euro, con 36.600 dipendenti impiegati e un 38% di quota export.
AIdAM ha poi deciso di concentrarsi su due macro-merceologie, ovvero Costruttore/Integratore e Componentista. Quasi il 60% dei dipendenti del settore è impiegato nella prima macro-merceologia, il restante è impiegato in gran parte nella seconda ma c’è anche un 2% circa che comprende società di servizi, software house e società di consulenza.
Per quanto riguarda dimensioni e geografia, sono le piccole e medie imprese a rappresentare maggiormente il settore.
Le regioni del Nord hanno la meglio per numerosità di aziende ma non mancano realtà importanti anche nel Centro Italia. La quota di aziende appartenenti ad una holding non è marginale (59,4%), e soprattutto è preponderante la quota di aziende facenti parte di gruppi esteri.
Questo ha un significato molto forte. Non solo per il possibile supporto nelle attività di internazionalizzazione che un’azienda parte di un gruppo dispone, ma anche per il background finanziario e organizzativo che un gruppo multi Paese può offrire. In pratica fissa più in alto il livello di competizione e le barriere all’ingresso del mercato.
Sul fronte del fatturato, le aziende si collocano maggiormente nella fascia che va da 1 a 50 milioni di euro.
Il settore, nel suo complesso, risulta in crescita rispetto al 2020 e 2021 con numeri a doppia cifra. In alcuni casi, come quello dei Componentisti, la crescita è stata del 41,65% in due anni, del 25,15% per Costruttori/Integratori e del 37,31% per le società di servizi, software e consulenza.
Per questa prima edizione dello studio si è voluto comunque prendere in considerazione un trend di fatturato triennale.
In tal modo si può comprendere come il settore è cambiato dall’anno del covid ad oggi e se vera ripresa c’è stata. In più sono state segmentate le aziende del settore per classi di fatturato in modo da comprendere la dimensione reddituale delle realtà imprenditoriali e capire anche se questa evidenza si ripresenta all’interno delle due famiglie merceologiche. Interessante è anche il peso delle aziende AIdAM, ad oggi 81 realtà, che in fatturato rappresentano il 20,25% del panel complessivo, segno di un peso importante e di una forte incidenza nel comparto.
L’analisi di settore presenza poi una seconda parte, più dettagliata, che prende in analisi una serie di elementi e indici di natura finanziaria ed economica. Ad esempio è stato analizzato l’EBITDA di settore e delle due famiglie merceologiche e confrontato con il fatturato per singola azienda. All’interno dell’analisi sono stati creati dei percentili così da comprendere questo dato che è misura diretta della capacità di generare redditività netta sul volume d’affari complessivo. Ciascun percentile dispone di una numerosità cosicché ciascun lettore dello studio possa confrontare i propri valori e capire come si posiziona rispetto al settore.
Sempre in questa sezione sono stati analizzati i Paesi frutto delle attività di internazionalizzazione delle aziende, la rotazione dell’attivo circolante, il peso della gestione caratteristica, il rapporto di indebitamento bancario e i principali indici di bilancio che offrono una misura di performance delle aziende.
«Siamo molto orgogliosi di questa analisi di settore», spiega Michele Merola, Presidente di AIdAM, «perché rappresenta non solo una fotografia numerica dei settori Automazione e Meccatronica in Italia, ma anche perché traccia una tavola dalla quale leggere le strategie adottate dalle aziende italiane. Inoltre è un utile termometro per potersi confrontare rispetto a dei dati di comparto. È fondamentale guardare oltre il proprio orticello e saper cogliere le opportunità proprio dal confronto con le aziende del settore, comprese quelle che sul mercato sono concorrenti diretti. Questo è uno degli obiettivi non solo dello studio ma dell’associazione in generale».