giovedì 02 Feb, 2023

Molecole abilitanti

Due nuove infrastrutture di ricerca, finanziate con il PNRR, guardano allo studio di nuovi materiali e alla ricerca mineraria

 

Alla materia si torna e dalla materia si parte sempre. L’analisi e la caratterizzazione dei materiali sono processi fondamentali per l’Industria 4.0, perché, oltre a determinarne le proprietà fisiche, chimiche e meccaniche, ne studiano le reazioni alle varie sollecitazioni, come il carico, il calore o le deformazioni. Per monitorare il comportamento dei materiali durante la produzione e l’uso, ma anche per garantire che siano sicuri e affidabili e per identificare eventuali problemi o difetti prima che si verifichino, è necessario prima conoscerli a fondo.

Nell’ambito del PNRR sono stati recentemente assegnati i finanziamenti per l’attuazione del “Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione”, pari a 1,08 miliardi di euro per 30 infrastrutture. Gli investimenti possono riguardare impianti, risorse e relativi servizi utilizzati dalla comunità scientifica per compiere ricerche nei rispettivi settori, compresi gli strumenti scientifici, collezioni, archivi o informazioni scientifiche strutturate e le infrastrutture basate sulle tecnologie abilitanti dell’informazione e della comunicazione.

Tra le infrastrutture finanziate c’è iENTRANCE@ENL – Infrastructure for energy transition and circular economy @EuronanoLab, cui sono stati assegnati oltre 75 milioni di euro per la generazione e lo stoccaggio di energia verde. Coordinato dal CNR, iENTRANCE@ENL lavora sui nuovi materiali, sui processi e i sistemi per la generazione, lo stoccaggio e la distribuzione dell’energia. In particolare, l’infrastruttura si propone di diventare punto di riferimento a livello italiano per la ricerca su nanomateriali per l’energia, processi e dispositivi per produzione verde, stoccaggio e distribuzione di energia, caratterizzazione di m teriali alla micro e nanoscala, tecnologie per la realizzazione di strumenti e sistemi.

Sarà strutturata in sei nodi geografici riconosciuti a livello internazionale in aree di ricerca complementari coordinati da un hub centrale. In Piemonte, nel nodo al quale contribuiscono il Politecnico di Torino e INRiM – Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica – il focus sarà sui materiali, sui processi sostenibili e i sistemi, inclusa la loro caratterizzazione metrologica, per la transizione energetica e l’economia circolare.

Si tratta di un’iniziativa strategica in grado di mettere a sistema le competenze del Politecnico, in diversi ambiti. Dalla sintesi di nanomateriali funzionali e lavorazione per la produzione, all’utilizzo di idrogeno per la cattura e la valorizzazione dell’anidride carbonica. Ma anche per la raccolta di energia rinnovabile off- shore, per i dispositivi elettrochimici impiegati nella conversione e stoccaggio dell’energia e per lo stoccaggio sotterraneo di vettori energetici.

L’INRiM a sua volta mette a disposizione le competenze metrologiche nello studio delle proprietà magnetiche, elettriche, ottiche e termodinamiche della materia, che si integrano per la realizzazione di standard quantistici delle unità di misura, nonché per materiali innovativi e dispositivi nanostrutturati tipici delle tecnologie emergenti, come la fotonica, la spintronica e la nanoelettronica. Uno degli obiettivi principali è infatti quello di realizzare prototipi e dimostratori tecnologici, certificati dal punto di vista metrologico.

GEOSCIENCES IR: I SERVIZI GEOLOGICI IN RETE AVRANNO LA LORO INFRASTRUTTURA

Anche GeoSciences IR guarda alla materia e in particolare alla ricerca mineraria. Il progetto, cui è stato destinato un budget di oltre 16,7 milioni di euro, mira a creare la rete italiana per le geoscienze, una nuova infrastruttura di ricerca per la Rete Italiana dei Servizi Geologici (RISG), un network di coordinamento tra ISPRA, Servizio Geologico d’Italia e Servizi Geologici Regionali (RGS).
GeoSciences fornirà a ISPRA e RGS competenze e supporto tecnico-scientifico su specifici temi individuati dagli RGS come prioritari. Tale obiettivo sarà principalmente raggiunto attraverso azioni di trasferimento di conoscenze tecnico-scientifiche da parte di Università e Istituti di ricerca riconosciuti come eccellenze a livello nazionale. Al progetto partecipano 16 partner – 13 università e 3 enti di ricerca – che si concentreranno su 12 temi prioritari: attività estrattive, difesa del suolo, uso e consumo di suolo, sinkholes, fenomeni franosi, tettonica attiva, patrimonio geologico, geologia marina, Copernicus e servizi di geologia operativa, modellazione geologica 3D, cartografia geologica e geotematica, banche dati, metadati e servizi.

Il progetto iniziato a ottobre 2022 avrà una durata di 30 mesi, al termine del quale l’infrastruttura sarà pienamente operativa per almeno 10 anni. Uno degli obiettivi è il superamento dell’attuale frammentazione di dati e competenze sulle georisorse, in particolare sulle materie prime definite critiche dalla Commissione Europea. La riattivazione della ricerca mineraria, inoltre, è presentata come una risposta alla necessità di diminuire l’eccessiva dipendenza dalle importazioni di materie prime da mercati internazionali sempre più instabili, al fine di costruire solide filiere domestiche e garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile all’industria italiana.

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