I dati di Assoclima parlano di un mercato italiano in crescita e della scalata delle pompe di calore
Il futuro è nelle pompe di calore. Entro il 2030 ne saranno installate 60 milioni, e deterranno quasi il 20% del mercato globale del riscaldamento. Sono i dati del rapporto “Future of heat pumps”, realizzato dall’International Energy Agency (IEA) con la collaborazione della European Heat Pump Association (EHPA) e presentato a fine novembre a Bruxelles. Secondo il documento le pompe di calore avranno un ruolo centrale per il riscaldamento degli edifici. Infatti, se i governi manterranno gli impegni presi, la quota di mercato arriverebbe a raddoppiare, fino a raggiungere appunto quota 60 milioni, a fronte degli attuali 17.
Anche in Italia prosegue la scalata delle pompe di calore. Secondo i dati diffusi dall’Associazione Costruttori Sistemi di climatizzazione (Assoclima) sul terzo trimestre del 2022 del mercato nazionale, nel comparto centralizzato sono aumentate ancora le vendite delle pompe di calore e delle apparecchiature idroniche condensate ad aria.
Nella fascia di potenza inferiore ai 17 kW le pompe di calore (re- versibili + solo riscaldamento) hanno nuovamente raggiunto incrementi percentuali a tre cifre, portandosi a fine settembre 2022 a +108,2% a volume e +126,9% a valore.
I PRODOTTI PIÚ RICHIESTI
In generale per il mercato della climatizzazione i primi nove mesi del 2022 sono stati con il segno più. Sono cresciute le vendite di climatizzatori monoblocco, trasferibili e monosplit, trainate anche dalla prolungata ondata di caldo. La rilevazione trimestrale di Assoclima ha visto nel periodo gennaio-settembre 2022 incrementi a due cifre per le tre tipologie di prodotti: +33,2% a volume e +34,1% a valore per i climatizzatori monoblocco, +11,3% e +16,1% per i trasferibili, +11,8% e +16,3% per i monosplit.
Ottime anche le performance dei sistemi VRF (Variable Refrige- rant Flows) e mini VRF, che hanno registrato aumenti del 15,7% a volume e del 19,9% a valore, mentre i sistemi multisplit sono rimasti pressoché stabili in termini di volume (+0,4%) ma con un incremento del 11,1% a valore. Per condizionatori packaged, rooftop e unità di trattamento aria è stato confermato anche nella terza rilevazione dell’anno quanto già evidenziato in precedenza: un aumento del valore (+4,2% per condizionatori packaged e rooftop, +9,8% per le unità di trattamento aria) a fronte di una diminuzione dei volumi (-6,4% e -6,5%).
In attivo sia a volume (+9,2%) sia a valore (28,2%) i sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC), considerati da più parti una valida soluzione per ridurre la concentrazione di inquinanti negli ambienti e in grado di conciliare efficacemente le esigenze di qualità dell’aria interna e di risparmio energetico. Numeri in positivo anche per le unità terminali, che hanno chiuso i primi nove mesi del 2022 con una crescita del 22,5% a volume e del 40,3% a valore. In controtendenza solo i gruppi refrigeratori di liquido con condensazione ad acqua che, nelle versioni raffrescamento + riscaldamento, hanno fatto registrare un calo del 33,7% a volume e del 17,2% a valore.
ASSOCLIMA CHIEDE UN’AZIONE SULLE TARIFFE ELETTRICHE
Il costo del gas nel mese di ottobre ha registrato un calo rispetto al trimestre precedente ma la tempesta non può dirsi certo conclusa e anche per il settore della climatizzazione la sfida e le difficoltà restano in piedi. L’invito resta quello al risparmio e all’efficienza energetica, e proprio su questo tema è intervenuto Luca Binaghi, presidente di Assoclima, che ha posto l’accento sul costo dell’energia: “Sappiamo che decarbonizzazione e maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili sono obiettivi prioritari se vogliamo ridurre le emissioni di CO2 e contenere gli impatti sui cambiamenti climatici”, ha detto. “Sappiamo anche che le pompe di calore sono efficienti, contribuiscono al raggiungimento di questi obiettivi e consentono un consistente risparmio di gas. In questo momento – ha sottolineato – ci troviamo però di fronte a un grosso problema dettato dagli elevati costi dell’energia elettrica che rischiano di frenare la non più rimandabile transizione energetica”.
“Ci auguriamo – ha aggiunto il presidente di Assoclima – che le Istituzioni lo affrontino al più presto e agiscano, come già fatto per il gas, anche sulle bollette dell’elettricità con un intervento urgente che disaccoppi l’indicizzazione del costo del kWh elettrico dal prezzo del gas e riduca l’aliquota IVA sulle bollette degli utilizzatori finali, con particolare riguardo alle abitazioni servite dal solo vettore elettrico. Ne beneficerebbero – ha concluso – sia i singoli cittadini sia il Paese nel suo complesso”.