lunedì 20 Mar, 2023

Macchine utensili in viaggio verso la sostenibilità

“UCIMU – Sistemi per produrre” ha presentato il primo Bilancio di sostenibilità dedicato al settore. La partenza è a rilento ma la consapevolezza si fa strada.

Lo sforzo non è sufficiente, occorre fare di più e più in fretta. È quanto emerge dal primo Bilancio di Sostenibilità dedicato al settore delle macchine utensili, realizzato da UCIMU-Sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, in collaborazione con ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, pubblicato a fine febbraio.

Il quadro delineato è quello di una diffusa mancanza di formalizzazione dei processi: nonostante il 64% delle aziende abbia definito strategie e obiettivi, solo il 24% lo ha fatto in maniera formalizzata. La percentuale relativa alla gestione e monitoraggio dei percorsi sostenibili, seppur più alta (39% in modo formalizzato), rimane al di sotto della metà. 

Il Bilancio di Sostenibilità fa riferimento all’anno 2021 ed è stato redatto sulla base delle risposte al questionario indirizzato alle imprese associate con Marchio UCIMU. Delle 66 imprese concessionarie del Marchio UCIMU hanno risposto 53. Il questionario di valutazione predisposto da UCIMU in collaborazione con ALTIS è stato costruito secondo un’analisi di materialità, ovvero focalizzando l’attenzione sugli ambiti di sostenibilità maggiormente influenzati dall’attività delle aziende del settore. In altre parole, le aree ESG oggetto di valutazione sono state scelte, a partire da 11 obiettivi dell’Agenda ONU 2030, perché più coerenti rispetto al business delle imprese della macchina utensile. I risultati del Report sono stati presentati secondo i tre grandi ambiti in cui si dispiega l’attività di impresa rispetto ai criteri di sostenibilità: ambientale, economico e sociale.

La presentazione del Bilancio di Sostenibilità

Sostenibilità ambientale

Per il settore il tema dell’economia circolare è quello nel quale si registrano i migliori risultati, infatti il 62% delle imprese intervistate ha implementato buone pratiche. Quasi la totalità delle aziende, il 98%, esegue la raccolta differenziata dei rifiuti; il 76% ha definito i propri obiettivi in materia di riduzione degli scarti e dei rifiuti prodotti, il 50% si serve di materie prime provenienti da riciclo. Dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica, le imprese del settore devono invece ancora configurare il loro operato. Infatti, solo il 33% delle rispondenti ha definito obiettivi legati alla riduzione della CO2 e, ancor meno, l’11% delle imprese ha formalizzato questi obiettivi in un documento ufficiale. Solo il 9% delle aziende intervistate, inoltre, ha preso in considerazione lo sviluppo di azioni di compensazione i cui costi di realizzazione sarebbero decisamente contenuti+.

Sostenibilità sociale

Grande attenzione alla formazione di qualità degli operatori. Dall’indagine emerge infatti che il 92% delle aziende dichiara di aver impostato o adottato un sistema di gestione per rispondere alle esigenze formative dei dipendenti. L’87% ha definito obiettivi formativi per i propri collaboratori, di questi più della metà (54%) sono obiettivi formalizzati. Inoltre, il 63% delle aziende dichiara di erogare formazione su competenze trasversali oltre che su materie tecniche e l’82% dichiara di aver adottato procedure di valutazione delle performance del personale. C’è attenzione anche verso lo sviluppo sostenibile del territorio e della comunità: il 68% delle imprese dimostra di essere consapevole del proprio ruolo di propulsore di crescita attraverso, ad esempio, l’erogazione di contributi economici a supporto di enti locali e dei giovani talenti. Diversità e pari opportunità sono ancora indietro rispetto agli obiettivi. Ad oggi la forza lavoro, in questo settore, è prevalentemente di genere maschile (86%) e in età adulta: il 77% delle persone che operano nelle aziende del comparto ha più di 30 anni. Solo il 22% delle imprese dispone di una politica o di un comitato per la valorizzazione della diversità e per la promozione delle pari opportunità. Per quanto riguarda la governance della sostenibilità e la formalizzazione delle proprie iniziative, c’è ancora molta strada da fare. Infatti, solo il 30% comunica i temi ESG attraverso una sezione dedicata nel proprio sito e solo il 4% ha formalizzato questa procedura attraverso la stesura di un documento di rendicontazione quale è il Bilancio di Sostenibilità.

Sostenibilità economica

Nel campo dell’innovazione, le imprese sono fortemente orientate allo sviluppo di tecnologie in grado di ridurre lo spreco di risorse, favorire modelli di consumo più sostenibili e assicurare maggiore produttività alle aziende clienti. Il dato è chiaro: il 91% delle imprese ha definito una strategia o obiettivi futuri in materia di digitalizzazione, automazione e industria 4.0. Tra le buone pratiche più diffuse vi è quella relativa allo sviluppo di progetti di digitalizzazione e di comunicazione con i prodotti installati per consentirne il monitoraggio continuo e prevederne le esigenze di manutenzione. Sul fronte della ricerca e sviluppo, il 72% delle aziende ha definito una strategia o obiettivi futuri orientati alla riduzione degli impatti ambientali dei prodotti. La quasi totalità delle intervistate assicura di servirsi dello strumento dell’etichettatura o di quello della formazione per istruire i clienti sul corretto utilizzo delle macchine (91%) e sullo smaltimento delle stesse a fine ciclo vita (72%).

Barbara Colombo -Presidente di UCIMU -Sistemi per produrre

Il commento

“Di fronte a questo Bilancio, si può affermare che già un buon numero di pratiche in linea con i criteri ESG è stato introdotto”, ha affermato Barbara Colombo, Presidente di UCIMU. “Nel comparto dei beni di investimento, UCIMU-Sistemi per produrre è la prima associazione, in Italia e in Europa, ad aver realizzato il Bilancio di sostenibilità di settore. Un risultato che ci rende senza dubbio molto orgogliosi: il prossimo step sarà quello di formalizzare questo processo ed estenderlo ad una platea di aziende più ampia”. 

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