martedì 14 Feb, 2023

DPI SMART: Percorso a ostacoli

Il nuovo avanzamento tecnologico rinnova il confronto tra sicurezza e privacy

Legislazione e sviluppo tecnologico dei DPI

A partire dal 15 maggio 2008, data in cui è entrato in vigore il Testo Unico sulla salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro, i dispositivi di protezione individuale (DPI) sono entrati nella cultura giuridica italiana. Il testo definisce tali dispositivi come qualsiasi attrezzatura indossata dal lavoratore al fine di garantire la sua incolumità, inclusi accessori e complementi che servono al medesimo scopo.
Da allora, l’evoluzione tecnologica ha fatto enormi progressi, in particolare nell’industria, oggi diventata 4.0, grazie a nuovi strumenti che supportano attivamente ogni aspetto del processo produttivo.
In particolare, i sensori smart hanno saputo contribuire in maniera decisiva all’avanzamento tecnico, consentendo operazioni di manutenzione predittiva, riducendo le emissioni e i costi tramite il monitoraggio costante dei consumi e la relativa ottimizzazione, oltre ad aver dato una spinta alla produttività con nuove prospettive di automazione.
L’universo IoT è l’elemento che definisce l’era contemporanea dell’industrializzazione e la sua integrazione con i dispositivi di protezione individuale ha fornito agli operatori numerosi strumenti che, grazie ai sensori smart, sono in grado di migliorare la gestione delle situazioni ad alto rischio.

DPI SMART: Cosa sono e che ruolo svolgono nell’industria 4.0

I DPI smart sono dunque dispositivi di protezione individuale che ricevono, trasmettono e reagiscono ai dati che processano. In questo modo, la sicurezza offerta dall’equipaggiamento del lavoratore sarà costante e si realizzerà tramite la comunicazione con un centro operativo.
L’integrazione tra i tradizionali strumenti di protezione dotati di sensori smart come guanti, elmetti, abbigliamento antinfortunistico e sistemi inerziali, per esempio giroscopi e accelerometri, offrono ai dispositivi di sicurezza l’occasione di gestire più efficacemente varie situazioni emergenziali.
Le applicazioni sono innumerevoli: i sistemi per l’intervento in caso di caduta possono inviare un allarme in tempo reale con relativa posizione dell’operatore; le funzioni di monitoraggio possono variare dal rilevamento di gas nocivi nell’aria alla segnalazione di potenziali situazioni di pericolo, informando l’operatore circa la sua esposizione ai rischi che ne derivano. Inoltre, alcuni dispositivi possono inviare un allarme anche in caso di aggressione.
I DPI smart offrono alle aziende e ai lavoratori un enorme controllo sulle operazioni di produzione, che possono essere interrotte automaticamente in caso di manca- ta corrispondenza tra i DPI indossati e quelli previsti per obbligo legislativo, mentre i singoli dispositivi possono essere aggiunti o rimossi per adattarsi alle differenti mansioni, senza diventare un ostacolo alla quotidianità lavorativa.
Le nuove tecnologie di elaborazione e comunicazione, come l’accessibilità ai server in cloud e l’elaborazione ai margini, meglio nota come edge computing, si combinano all’intelligenza artificiale per creare protezioni in grado di adattarsi rapidamente ai pericoli. Tuttavia, anche in questo scenario l’acquisizione di dati affidabili ha come prerequisito la veridicità delle informazioni personali.

Privacy e controllo a distanza dell’operatore

Lo scopo principale dei DPI smart è quello di garantire una maggiore fluidità ed efficacia nell’affrontare le emergenze, ma per poter funzionare correttamente, questi dispositivi hanno bisogno di dati affidabili e, in ultima analisi, veritieri.
L’utilizzo diffuso di protezioni intelligenti produrrà un enorme mole di dati relativi all’operatore che spaziano dalla cronologia degli accessi e dell’utilizzo dei dispositivi, alla creazione di un profilo personale del lavoratore con, probabilmente, anche dati di natura biometrica. Il primo tema che emerge, quando si considera il ruolo di monitoraggio, tracciamento e autorizzazione delle operazioni dei DPI smart, è il controllo a distanza del lavoratore, espressamente vietato dall’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori.
Tuttavia, la legge prevede delle eccezioni: il controllo a distanza del lavoratore, derivante dall’utilizzo di strumenti lavorativi, non costituisce reato se avviene al fine di tutelare la sicurezza del luogo di lavoro e del patrimonio aziendale; ne consegue che i DPI previsti dal documento di valutazione dei rischi (DVR) rientrino in questa categoria poiché obbligatori per svolgere l’attività. Inoltre, la raccolta, il trattamento e l’impiego dei dati dovrà essere conforme al regolamento GDPR.
Fino a qui nulla di anormale, ma tra la teoria e la pratica il passo non è breve. Innanzitutto, le leggi mutano nel tempo e, ancora più velocemente, mutano le tecnologie impiegate nel settore industriale. Pertanto, la conformità con le norme richiede un costante lavoro di controllo e un processo burocratico che può diventare dispendioso per le aziende, soprattutto se fan- no affidamento su software di terze parti che non possono gestire in autonomia.
La situazione attuale europea sembra essere favorevole allo sviluppo del settore, che potrà trarre beneficio dalle regolamentazioni in materia di sicurezza e dalla presenza di alcuni importanti attori, localizzati prevalentemente in U.K., Germania e Francia.
La fase di crescita del mercato dei DPI smart coinvolge anche l’Italia, dove si assiste ad una concentrazione nel settore dei dispositivi di protezione delle mani, dato l’elevato numero di industrie che ne fa impiego, ma i produttori restano prevalentemente aziende internazionali.

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