Le aziende a conduzione familiare rappresentano un elemento fondamentale del tessuto economico italiano e molte di esse sono riuscite a posizionarsi sui mercati internazionali facendo leva sulla capacità di coniugare managerialità, qualità e innovazione. Questa rubrica ci guida alla scoperta di alcune eccellenze del nostro tessuto economico andando a raccontare in che modo queste realtà hanno affrontato le sfide del mercato valorizzando la propria capacità di innovare e rinnovarsi. All’interno di questo viaggio alla scoperta delle imprese familiari più innovative d’Italia, abbiamo incontrato Marco Antognozzi, Plant Manager di Selettra s.r.l.
Ciao Marco, presentaci brevemente la tua azienda, cosa fa Selettra?
Selettra è un’azienda che opera nel settore del cablaggio elettrico dal 1974 ed è oggi uno dei più importanti player europei per il settore del bianco. Estremamente diversificata per tecnologie e lavorazioni, negli anni l’azienda ha conquistato importanti fette di mercato ed è oggi partner strategico di multinazionali quali Electrolux, Whirlpool, Ariston Thermo. L’azienda è stata fondata da mio padre e oggi io e mio fratello Luca siamo direttamente coinvolti nel management.
In un settore così dinamico, quanto è importante l’innovazione per rendere un’azienda competitiva sul mercato internazionale?
In un settore estremamente competitivo come quello del cablaggio, direi che l’innovazione è tutto. Nel corso degli anni il mercato europeo ha portato avanti investimenti in innovazione tecnologica e di processo, consentendo di respingere gli attacchi provenienti dagli aggressivi player asiatici. Il nostro è inoltre un lavoro estremamente complesso, che ci porta a dover gestire decine di migliaia di codici di magazzino e migliaia di prodotti finiti, pertanto il connubio tra automazione e strutturazione di sistemi è diventata la nostra principale arma per continuare a primeggiare in questo mercato.
In questi ultimi anni il tema della digitalizzazione è stato l’elemento trainante per quel che riguarda i cambiamenti all’interno delle imprese. In che modo le nuove tecnologie stanno impattando sullo sviluppo della vostra realtà?
Per quanto la nostra realtà sia riconducibile per alcuni processi alla manifattura tradizionale, gli investimenti in digitalizzazione si sono rivelati cruciali per garantire all’azienda una crescita sostenibile, aiutandoci a gestire la sempre crescente mole di lavoro, anticipando gli imprevisti e strutturando una supply chain solida. In un mercato globale sempre più schizofrenico e pieno di insidie – basti pensare l’attuale emergenza legata al Covid19 – chi compete in contesti internazionali non può che armarsi di un’infrastruttura che possa prevenire i rischi, attraverso sistemi sempre più intelligenti e autonomi. Ed ovviamente l’ondata del 4.0 ha consentito di raggiungere ottimizzazioni delle efficienze produttive mai conosciute in precedenza.
L’implementazione delle tecnologie digitali richiede un cambio di passo anche a livello di competenze, in che modo state affrontando questa sfida?
Con pazienza e dedizione. Nelle realtà di tutte le dimensioni la resistenza al cambiamento è un forte ed inevitabile scoglio, ed ogni investimento tecnologico che vada a toccare processi porta spesso con se sconvolgimenti operativi che mettono alla prova la struttura. Abbiamo un organico estremamente giovane e preparato, in gran parte under 35, ma questo non sarebbe sufficiente in assenza di un coordinamento forte. Per mia personale esperienza il cambiamento deve essere gestito in maniera progressiva, dando tangibile dimostrazione ai propri collaboratori che specifici investimenti possono generare benefici per il proprio lavoro. Per questo la fase di ascolto prima delle stesure delle specifiche è un momento cruciale, che spesso viene trascurato nelle aziende. Si immagina che l’esborso economico per l’acquisto ad esempio di un software sia sufficiente a risolvere i problemi, ma questo non accade praticamente mai. È fondamentale far sì che ogni cambiamento possa migliorare il lavoro della squadra e che pertanto tutti gli attori siano coinvolti, limando e cesellando affinché l’atterraggio sia più morbido all’ingresso dell’innovazione. Investire in tecnologie sperando di non doverle plasmare è preludio al fallimento del progetto; in fondo un sistema che non funziona non ha nessuna colpa, fa solo ciò che l’azienda gli ha chiesto.
Siete soddisfatti dei risultati raggiunti? Cosa ne pensano i vostri clienti?
Siamo soddisfatti perché riusciti nell’intento di essere diversi, cosa non proprio semplice in un settore come il nostro. Diversi perché proviamo ad anticipare i bisogni dei clienti, dotandoci di strumenti flessibili e sui quali abbiamo sempre il pieno controllo, il che ci consente di essere reattivi. Il nostro mantra è la flessibilità, che crediamo sia il grande pregio delle medie imprese italiane in generale. Il mercato continua a premiarci per questo, segno che la strada è quella giusta.
Dal tuo racconto traspare una grande consapevolezza di come affrontare le nuove sfide, quali sono i piani di Selettra per il futuro?
Possiamo riassumere le nostre aspirazioni con due obiettivi fondamentali. Il primo è continuare a diversificare le attività entrando in nuovi business e settori. Già da questo anno, nonostante le difficoltà legate all’emergenza sanitaria, siamo riusciti ad inserirci in nuovi settori, sui quali punteremo molto nel corso del 2021. Il secondo è continuare a investire in innovazione, questa si è rivelata la vera arma in più per essere davvero competitivi.