Cosa cercano le aziende, come viene selezionata la consulenza giusta e con quali risultati. Il report di Assoconsult mostra un settore vivace e centrale
Il settore del Management Consulting non smette di crescere nel nostro paese. Lo conferma il report di Assoconsult, l’Associazione che rappresenta le imprese di consulenza in Italia. Le oltre 26mila imprese che compongono il settore hanno fatturato oltre 6,6 miliardi nel 2023, con un significativo +14,1% rispetto all’anno precedente, ed impiegato oltre 66 mila addetti. Questa crescita, che segue un trend cominciato dalla ripresa post pandemia, continua perché le aziende italiano hanno bisogno e cercano consulenza per rimanere al passo con le sfide del mercato. Per il 2024 infatti si prevede un’ulteriore crescita del mercato del 10,1%. A cercare consulenze esterne sono soprattutto il settore industriale e i servizi finanziari, insieme infatti rappresentano quasi il 60% della domanda.
Non si parla però solo di settore privato! La consulenza alla Pubblica Amministrazione, con un aumento record di oltre il 30%, traina la crescita dell’intero mercato.
Per avere un’idea più chiara di come sta cambiando il mercato del management Consulting, c’è un’altra ricerca di Assoconsult, effettuata nel periodo maggio-settembre 2023, che entra maggiormente nei dettagli. 54 aziende private che rientrano nel segmento TOP, ossia con un fatturato simile o superiore a 500 milioni di euro, sono state intervistate riguardo al loro rapporto con le società di consulenza: cosa si aspettano da loro, come le cercano, che valutazione ne fanno. Le aziende intervistate si occupano principalmente di Finance (Banche e Assicurazioni); Industria; Trasporti; TLC & Media; GDO Retail; Energy & Utilities. Mentre gli interlocutori intervistati sono operanti con ruoli direttivi principalmente in quattro settori: ICT – IT & Digital, Top Manager – Amministrazione/Finance, HR – Risorse Umane, Procurement/Logistica.
Perché le aziende italiane hanno bisogno di consulenza?
Il ricorso a società di consulenza appare sempre più necessario per cogliere nuove opportunità e aggiornare efficacemente i propri processi produttivi ma si rende anche necessario di fronte alla necessità di rispondere nei tempi e modi corretti al cambiamento delle normative che impongono di rivedere i propri processi, adottare nuovi requisiti di sostenibilità e raggiungere standard più performanti. In tal senso la ricerca evidenzia la diversa attitudine delle aziende in base alla localizzazione della proprietà dell’impresa: le realtà multinazionali spesso possono beneficiare delle linee guida dell’headquarter e delle esperienze pregresse maturate in altre filiali estere del gruppo. Le aziende italiane, invece, devono acquisire molte delle competenze necessarie e spesso devono farlo in tempi brevi. In questo caso diventa sempre più indispensabile e frequente il coinvolgimento di società di consulenza esterne.

Nello specifico, cos‘è richiesto?
Secondo il rapporto di Assoconsult, l’ambito nel quale le aziende richiedono più assistenza dalle società di consulenza è quello strategico, in particolare riguardo la Digital Transformation. Quando si parla di Digital Transformation non ci riferiamo più soltanto alla digitalizzazione delle routine aziendali, per quanto gli interventi di refresh tecnologico, in particolare quelli legati a infrastrutture da creare e/o ammodernare attraverso progetti di reingegnerizzazione basati sul cloud, siano sempre presenti. Ma parliamo anche di un processo che mette l’azienda a confronto con nuovi trend globali, capisaldi della quarta rivoluzione industriale. In che modo un’azienda può guadagnare dall’adozione di Intelligenza Artificiale, Machine learning, Internet of Things, Analitica avanzata o Robotica? Volendo incorporare queste tecnologie, qual è la strada da seguire?
I campi e le applicazioni possibili sono tantissimi, le possibilità pressoché infinite.
Riguardo all’implementazione dell’intelligenza artificiale, per esempio, nello specifico nel contesto delle analisi comportamentali, le applicazioni possibili indicate dagli intervistati sono diverse in base alle specifiche aree di funzione:
- L’IT & Digital percepisce l’AI come strumento per scongiurare situazioni di disservizio informatico interpretando i comportamenti dei propri utenti e identificando situazioni ad elevato potenziale di rischio per i sistemi.
- Il Procurement ne coglie l’opportunità per quanto riguarda la elaborazione di simulazioni utili per anticipare e migliorare i processi decisionali legati all’andamento dei costi delle materie prime in relazione ai fabbisogni aziendali.
- L’HR manager individua nella Talent Acquisition un interessante ambito applicativo (per ottimizzazione e automatizzare il flusso di lavoro, specialmente per quei task ripetitivi e “poco strategici”) che rappresentano il primo passaggio dei processi di selezione.
- Per il Top Management, in particolare per i CFO, tutto il versante dell’Analisi del merito creditizio e le analisi semantiche dei testi normativi, che rispondono efficacemente a una serie di incombenze sul fronte della riduzione dei tempi e dei costi, ma anche nella generazione in modalità semiautomatica di report funzionali, rendendo più semplici i processi decisionali.
- Infine, per il Procurement risulta interessante poter sfruttare le capacità dell’AI anche per la profilazione dei fornitori.
Oltre a quello strategico, le società di consulenza vengono cercate per progetti negli ambiti Finance e Compliance.
In Finance, non c’era da aspettarsi qualcosa di molto diverso, si richiede ai consulenti una strategia che consenta di ridurre i costi e aumentare la marginalità. In Compliance invece si cerca una consulenza riguardo alla sostenibilità, in particolare quella ambientale. Ma si cercano risposte anche riguardo alle problematiche poste dal Risk Management e dalla sicurezza tout court, cyber e non. Riguardo alla cybersecurity l’apporto delle società esterne diventa necessario per colmare la mancanza di competenze tecniche specifiche all’interno delle aziende, sia per svolgere un servizio di cui non è pensabile poter fare a meno, sia per far crescere internamente figure che siano in grado di farsene carico nel medio lungo periodo. In questo specifico ambito è necessaria una consulenza che permetta di adeguarsi in tempo a nuovi regolamenti in caso di cambiamenti normativi ma anche per garantire adeguata sicurezza ai propri sistemi.
Come si sceglie una società di consulenza?
Quando in azienda si è capito quale settore debba essere migliorato e che la soluzione ottimale per cominciare il processo sia rivolgersi ad una consulenza, bisogna porsi il problema di come sceglierlo. Non ci sono dubbi in merito: la quasi totalità delle aziende coinvolte nell’indagine ha sottolineato come le competenze siano in assoluto il fattore determinante nella scelta del consulente. Le aziende clienti apprezzano quando gli si mostra case-study ed evidenze di esperienze precedenti.
Oltre a questo, hanno rilievo nella scelta l’innovatività delle metodologie utilizzate, la conoscenza dei processi aziendali e la capacità di collaborare e interagire in modo efficiente con le risorse interne del cliente.
Si trova quasi in fondo a questa lista di caratteristiche la voce che riguarda il prezzo, non perché non sia importante ma perché, evidentemente, il prezzo è associato ad un capital budget: si tratta, quindi, di una spesa da sostenere per acquistare una competenza finalizzata a generare un impatto rilevante sulle azioni strategiche che si desiderano attuare. Garantite le competenze, molte aziende ritengono importante la continuità con precedenti incarichi, la conoscenza del team/consulente e l’esistenza di rapporti pregressi con il Top management dell’azienda.

Dopo aver scelto una società di consulenza, cosa si aspettano le aziende?
La consulenza è prima di tutto un modo per ovviare alla mancanza di competenze e può rappresentare anche uno strumento per la crescita e l’arricchimento di competenze interne. Viene inoltre indicato tra i benefici maggiormente percepiti l’impatto sulla revisione dei processi operativi ed è apprezzata la consulenza quando consente all’azienda di lavorare a progetti di trasformazione su più livelli: dalla definizione di nuovi indicatori di performance, alla mappatura o all’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche. Complessivamente, il bilancio delle attività legate ai progetti di consulenza risulta essere solitamente in attivo: quasi il 60% circa degli intervistati considera la spesa sostenuta adeguata al ritorno ricevuto, vale a dire che il valore percepito è comparabile al costo della consulenza.
Il fattore di positività deriva dal fatto che oltre un quarto del panel intervistato ritiene di aver ottenuto dei benefici che superano in modo significativo – pari ad almeno il doppio – lo sforzo economico dovuto per il supporto consulenziale. Più in generale, fra gli aspetti considerati e apprezzati, spiccano la tempestività nella risoluzione dei problemi e la capacità di comprensione del contesto in cui si è chiamati ad agire, ossia la possibilità ad operare in modo flessibile personalizzando il servizio erogato e combinando alle richieste del cliente le esperienze maturate nel tempo.
Un approccio più sartoriale
Sottolinea il report come i clienti risultino molto sensibili ad un approccio più “sartoriale”. Dove il consulente è pronto a personalizzare il proprio supporto per andare incontro a richieste che nascono in corso d’opera, senza essere codificate puntualmente nei contratti siglati in fase di conferimenti dell’incarico.
Dal lato invece di chi è non rimasto soddisfatto dalle società di consulenza, si sottolinea soprattutto una carenza di risorse allocate rispetto alla problematica sottoposto, un team di progetto sottodimensionato che porta ad un esito del progetto non eccezionale e al mancato rispetto dei tempi di esecuzione concordati. Inoltre, tornando a parlare di competenze, si dichiara poco soddisfatto chi si trova a lavorare con un team di consulenti poco preparati. Va sottolineato che, tra le aziende intervistate, solo il 15% ritiene di aver sprecato risorse economiche attraverso la consulenza.

La conclusione dei due report è chiara. Il mercato è stabile ed in crescita, le aziende e la pubblica amministrazione hanno bisogno di risposte ai loro bisogni e sempre più spesso le cercano attraverso consulenze. Consulenze che, però, devono costantemente rimanere aggiornate, specializzarsi, essere in grado di adattare le loro conoscenze alle specifiche caratteristiche di chi le cerca. Insomma, consulenti insieme ad aziende, pronti ad accogliere le sfide che vengono proposte dal mercato come opportunità di crescita condivise.
Scopri Assoconsult!
Ti potrebbe interessare anche: Società di consulenza: Quanto costa non innovare di Marcello Marzano