venerdì 30 Ott, 2020

Analisi brevettuali e strategie d’impresa

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Analisi brevettuali e strategie d’impresa

Come le tecnologie di analisi del testo ci aiutano a creare un legame tra due mondi apparentemente così distanti

Nel 2018, in Europa, sono state depositate 174.397 domande di brevetto, 3.326.300 se si prendono in considerazione gli uffici brevetti di tutto il mondo. Non solo, il numero di brevetti concessi è in continuo aumento ed ha toccato quota 1,42 milioni nel 2018, per un totale di circa 14 milioni di brevetti validi. Una fonte di informazioni dinamica ed in continua espansione, per la quale oggi esistono tecniche automatiche di analisi che abilitano estrazione di conoscenza, da fornire a supporto dei processi decisionali e strategici.

Cos’è un brevetto?

La domanda può sembrare banale. Tutti noi abbiamo sentito il termine almeno un paio di volte nella nostra vita e potremmo citare il nome di qualche inventore famoso la cui storia è stata d’ispirazione per un film hollywoodiano, ma sapremmo darne la corretta definizione?

I brevetti contengono la descrizione di soluzioni innovative (le invenzioni) a problemi tecnici in specifici ambiti tecnologici, e costituiscono veri e propri contratti stipulati tra l’inventore e lo Stato.

Per un limitato periodo di tempo (normalmente vent’anni) e all’interno di un determinato territorio, conferiscono al titolare il diritto di escludere chiunque altro dal realizzare tipologie di prodotti o di processi che ricadano sotto la protezione legalmente acquisita. I brevetti possono essere utilizzati a fini di protezione, strategici oppure finanziari, ad esempio tramite la concessione di licenze. Se si prendono in considerazione i dati forniti dall’EPO (European Patent Office, ndr) per il 2018, ben il 71% (FIG.2) delle domande di brevetto sono state depositate da grandi imprese, mentre un altro 20% è coperto da PMI e singoli inventori. Un dato, questo, che suggerisce il forte legame esistente tra brevetti e attività di business.

Perché gli imprenditori dovrebbero interessarsi alle analisi brevettuali?

Le tecnologie odierne afferenti al mondo del Text Mining e del Natural Language Processing (NLP) permettono di automatizzare il processo di analisi dei documenti testuali, estraendo in maniera efficiente dati e quindi conoscenza.

Di particolare interesse risultano le analisi brevettuali, ovvero quelle analisi il cui obiettivo è la ricerca di informazioni all’interno dei brevetti. Esiste infatti una differenza sostanziale tra i brevetti e gli altri tipi di documentazione tecnica. Gli articoli scientifici, ad esempio, sebbene costituiscano un’interessante fonte per molteplici tipologie di analisi, non presuppongono alcun tipo di strategia di investimento da parte degli autori e possono riguardare una qualunque attività di ricerca o esperimento, qualunque ne sia stato l’esito. Contrariamente, un brevetto è il risultato di un’attenta e mirata attività di ricerca volta ad ottenere un vantaggio competitivo sul mercato. La complessità e il rigore dell’iter valutativo a cui deve sottostare un brevetto prima di essere concesso è inoltre non trascurabile. Per questi motivi, e per il fatto che i brevetti vengono depositati in paesi di forte interesse commerciale e produttivo, le informazioni contenute in questi documenti hanno un peso notevolmente maggiore laddove si vogliano ottenere informazioni a supporto di indagini di mercato.

Un ulteriore aspetto che rende interessanti le analisi brevettuali è la loro struttura standardizzata, che permette di sapere a priori in quali parti del testo ricercare determinate informazioni, che devono forzatamente comprendere:

  • stato dell’arte e problemi tecnici affrontati.
  • descrizione della soluzione innovativa e dei vantaggi ottenuti.
  • dichiarazione delle rivendicazioni, ovvero quegli elementi dell’invenzione che il brevetto intende coprire.

Ne consegue che le analisi brevettuali risultano maggiormente scalabili ed affidabili rispetto a quelle applicate ad altri tipi di documentazione.
Una volta capito il potenziale delle analisi brevettuali, restano ancora molti dubbi, tra cui: quali informazioni possono essere estratte dai brevetti? A cosa possono servire? Quando e a quale scopo un’azienda dovrebbe interessarsi alla proprietà intellettuale?

Aziende e brevetti: quale valore aggiunto per gli imprenditori?

Caliamoci nei panni di una qualunque impresa che voglia analizzare il mercato per l’individuazione della migliore strategia da perseguire. Le analisi di mercato solitamente condotte utilizzano un approccio prevalentemente economico. Ciò che interessa è capire come siano posizionati i competitor attuali e valutare l’arrivo di nuovi, o come siano cambiati i bisogni dei clienti . Un approccio brevettuale, in questi casi, può consentire di aumentare il valore delle analisi integrando la visione economica con quella tecnologica.

Attraverso l’interrogazione dei database brevettuali è possibile estrarre dei patent sets (ovvero una lista di brevetti) relativi a  uno specifico ambito tecnologico. Un esempio è quello mostrato in FIG. 3 riguardante un’analisi condotta da Bugnion s.p.a. all’inizio del periodo di lockdown sulle mascherine protettive. Analisi di questo tipo permettono di fotografare lo stato dell’arte del settore d’interesse, il livello di maturità di una tecnologia, le giurisdizioni più appetibili (da un punto di vista produttivo e/o distributivo) e i maggiori player, valutandone l’attività inventiva nel tempo e rispetto alle tematiche d’interesse. Laddove eseguite con frequenza, permettono inoltre di monitorare le attività dei propri competitor e identificare potenziali partner o clienti. È possibile, poi, ottenere elementi utili per avviare un processo di cross-over tecnologico, sia al fine di acquisire soluzioni sviluppate in altri settori, che per esportare il proprio know-how in ambiti diversi da quello in cui abitualmente si opera. Infine è possibile risalire ad una stratificazione dei problemi tecnici affrontati nei brevetti, non soltanto nella loro globalità ma anche in relazione al tempo. Risulta cioè possibile stabilire quali siano i problemi più ‘caldi’ in un determinato ambito tecnologico e quali problemi siano, in realtà, stati già affrontati nel passato. Questo tipo di informazioni risulta estremamente utile laddove si vogliano valutare strategie di tipo cross-over, come detto, o anche effettuare analisi di foresight: grazie ai brevetti, un’azienda può ricercare eventuali mercati in cui stiano emergendo o siano in forte crescita i problemi risolti dalle proprie soluzioni tecniche, contenute all’interno dei propri prodotti o servizi.

Analisi di questo tipo risultano fondamentali nelle fasi iniziali dello sviluppo di un nuovo prodotto o servizio, in quanto permettono un inquadramento preciso del problema e un indirizzamento degli sforzi creativi.

I dati forniti da analisi strategiche eseguite su database brevettuali consentono, poi, di posizionare la propria tecnologia all’interno dello scenario tecnologico, valutandone la robustezza in relazione allo stato dell’arte: tali valutazioni possono essere utili anche laddove occorresse stimare la forza di un brevetto (o di un know-how in senso lato) per l’accesso a forme di finanziamento o per valutazioni economiche in generale.

Non solo. Le analisi brevettuali possono condurre alla costruzione delle famose curve ‘a S’ del ciclo di sviluppo di una tecnologia (FIG. 4), analisi più raffinate delle precedenti, che costituiscono un elemento di estrema rilevanza quando si debbano prendere decisioni di investimento nel lungo periodo. Capire se le tecnologie su cui si sta investendo siano in fase di crescita o di declino o se esistano altre tecnologie concorrenziali con ratei di crescita maggiori costituisce una dimensione trasversale e di assoluto valore alle analisi che vengono solitamente eseguite.

Quello del mondo brevettuale è un tipico esempio di come le nuove tecnologie di computazione e di data analysis possano essere utilizzate per estrarre valore e conoscenza da fonti non tradizionali. Se il focus dell’Industria 4.0 rimane la produzione e l’estrazione di dati dagli impianti, non bisogna dimenticare che esistono altre fonti d’informazione che possono risultare strategiche e che ora più che mai sono alla portata di tutti, non solo delle grandi aziende.

Sempre più imprese decidono di rivolgersi a specialisti del settore, convinti che per garantirsi un vantaggio competitivo non sempre convenga provare ad emulare quello che fanno i migliori. Talvolta un asso nella manica è ciò che occorre per risultare vincenti e se esiste una soluzione per generarli all’infinito, certamente qualcuno l’ha brevettata.

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