Fatturato in crescita del 23% nel 2022 e un’eco positiva per il 2023. Dai dati dell’Osservatorio di ANIE Automazione lo scenario futuro, che si chiama Industria 5.0
In Italia il settore dell’automazione industriale vale 7 miliardi di euro. A dirlo è l’ultimo Osservatorio dell’industria italiana dell’Automazione di ANIE Automazione, l’associazione punto di riferimento per le imprese italiane che forniscono sistemi e soluzioni tecnologiche per l’automazione di fabbrica, di processo e delle reti. “Il settore dell’automazione industriale sta attraversando un periodo di grande espansione, lasciandosi alle spalle le impreviste difficoltà iniziate nel 2020 – spiega Andrea Bianchi, presidente di ANIE Automazione -. Nel 2022 si è assistito ad una crescita del 23% rispetto al 2021 che, per altro, aveva già riportato il mercato ai livelli pre-Covid”.
Una crescita dettata da numerosi fattori, tra cui il Piano Transizione 4.0 e i crediti di imposta. Sebbene nel 2022 l’espansione riguardi tutti i segmenti merceologici del settore, si registrano delle differenze: dal balzo del 30% per i “Motori Brushless”, il settore con il fatturato più in crescita, al comunque notevole 15% per il comparto “RFID” (Radio Frequency Identification), che tra i settori ha registrato la crescita più contenuta.
La distribuzione territoriale delle vendite nazionali del settore riguarda prevalentemente le regioni del Nord Italia, dove sono localizzati i maggiori insediamenti industriali. Il Nord Est assorbe quasi la metà del mercato italiano dell’automazione industriale (45%, di cui il 22% proveniente dall’Emilia Romagna), seguito dal Nord Ovest (40%), dove è la Lombardia a pesare per il 30% delle vendite nazionali. Decisamente più ridotto il mercato nelle aree del Centro Italia (12%, di cui il 6% proveniente dalla Toscana) e del Sud e Isole (3%). Sono però le imprese industriali del Centro e del Meridione a crescere maggiormente nel post-pandemia, in particolar modo le aziende tra i 20 ed i 49 addetti.
I costruttori di macchine sono i principali clienti dell’industria italiana dell’automazione.
Guardando ai canali di vendita, il 60% del fatturato dipende dai costruttori di macchine (OEM – Original Equipment Manufactuter), un settore di destinazione che vede l’Italia ai vertici mondiali per valore della produzione e volumi di export. La distribuzione è il secondo canale di vendita dopo l’OEM, da cui proviene il 16% del fatturato, seguito da sistemisti e quadristi (12%) e dagli utenti finali (10%).
I primi tre settori di destinazione dei componenti e dei sistemi di automazione industriale sono: Meccanica (17% del fatturato), Packaging (9%) e Alimentare (9%). Si tratta di comparti della trasformazione industriale il cui peso sul fatturato rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2021 in termini percentuali. Sono inoltre comparti ad elevato contenuto di automazione avanzata, dove i macchinari impiegati sono tra i più evoluti sul mercato da un punto di vista tecnologico ed innovativo.
Il ruolo del Piano Transizione 4.0
L’avanzamento sostenuto del comparto Automazione industriale nel 2022 è riconducibile al Piano Transizione 4.0, che ha attutito il colpo delle grandi sfide degli ultimi anni. In particolar modo, è il credito di imposta ad aver rappresentato un importante volano di crescita per il mercato. Ruolo che sta ricoprendo anche nel 2023, anche se con un’efficacia minore a causa della riduzione delle aliquote.
Secondo le stime dell’Osservatorio dell’industria italiana dell’Automazione, nell’anno corrente il settore continuerà ad avanzare ma più lentamente rispetto al 2022 (+15%). L’aumento dei costi di approvvigionamento delle materie prime e il previsto rallentamento della spesa per gli investimenti, infatti, rendono più complesso lo scenario in cui si stanno muovendo le imprese, rallentando la crescita del comparto.
Il report di ANIE Automazione
Al di là delle stime, come spiega il report di ANIE Automazione, la grande sfida che il settore industriale dovrà affrontare nel prossimo futuro ha un nome e si chiama Industria 5.0. Evoluzione dell’ormai affermato modello Industria 4.0, si tratta di una visione dell’industria guidata dalla ricerca e dall’innovazione, automatizzata e interconnessa, che sia anche sostenibile, umanocentrica e resiliente. Il concetto di Industria 5.0, oltre a definire un nuovo processo di produzione, disegna un cambiamento nei modelli economici, sociali e lavorativi. Partendo da questa considerazione, l’Osservatorio dell’industria italiana dell’automazione individua alcuni possibili impatti del modello 5.0 nel settore dell’industria manifatturiera:
- impegno a redigere i bilanci di sostenibilità;
- accesso a nuovi finanziamenti in base ai punteggi e criteri ESG (Environmental, Social, Governance) ottenuti dalle aziende;
- fare della sostenibilità uno dei principali criteri della brand reputation di un’impresa;
- attrarre e trattenere nuova forza lavoro;
- ottimizzare i consumi e l’utilizzo delle risorse per la produzione;
- creare modelli di business innovativi basati sull’economia circolare.
Questa lista, non esaustiva, mostra come tendere al modello Industria 5.0 sia strategico per la competitività delle imprese industriali. Ma sia anche, allo stesso tempo, un “contesto” in cui a trarre beneficio non siano soltanto le aziende, ma anche la società e l’ambiente.
Industria 5.0: cosa ne pensano le imprese?
ANIE Automazione ha condotto un sondaggio con cui è stato raccolto il parere di circa 100 imprese italiane sul tema “Industria 5.0”, in collaborazione con il Laboratorio RISE Research & Innovation for Smart Enterprises dell’Università degli Studi di Brescia.
Gli intervistati hanno risposto ad alcune domande riguardanti le tre principali dimensioni dell’Industria 5.0: human centricity, sostenibilità e resilienza. L’89% degli imprenditori intervistati sostiene che mettere l’uomo al centro del processo industriale sia un’esigenza effettiva della manifattura del presente e del futuro. Ma mentre il 41% crede che questa prospettiva sia già soddisfatta dal modello Industria 4.0, il 59% afferma il contrario.
La percentuale sale se si considera il quesito riguardante la sostenibilità, con ben il 94% delle imprese che ritiene che rappresenti un’esigenza concreta dell’industria di oggi e di domani. Esigenza non adeguatamente supportata dall’Industria 4.0 secondo il 66% degli intervistati.
Più divise le risposte delle aziende sul terzo pilastro dell’Industria 5.0, ovvero la resilienza. La maggior parte delle imprese concorda nel dire che gli avvenimenti degli ultimi anni – pandemia, cambiamenti geopolitici e crisi energetica – hanno spinto le stesse a migliorare la propria resilienza. L’81% delle aziende si è infatti dichiarata “abbastanza d’accordo” o “totalmente d’accordo” con questa affermazione. Tuttavia, nel valutare il legame tra questo aspetto dell’Industria 5.0 e l’Industria 4.0, l’opinione delle aziende è meno netta rispetto a quanto osservato per i temi della human centricity e della sostenibilità. Per il 54% del campione, il modello Industria 4.0 già risponde a questa necessità, mentre per il 46% no.
Verso un piano industriale sostenibile
Una cosa è certa: quella del futuro sarà un’industria chiamata a integrare nel proprio modello di business le tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, sociale ed economico-finanziaria. La digitalizzazione dei processi insieme all’implementazione di soluzioni di automazione industriale sono fondamentali per favorire l’evoluzione verso questo modello. Ma, spiega il presidente di ANIE Automazione Andrea Bianchi, “il tessuto produttivo italiano, caratterizzato in prevalenza da piccole/medie imprese con infrastrutture tecnologiche non uniformemente adeguate, fatica talvolta ad appropriarsi dei nuovi strumenti e a trasformarsi per imboccare la strada del cambiamento.
Una spinta in questo senso – prosegue – può arrivare anche dagli investimenti in tecnologie, infrastrutture e processi digitali”. Per questo “ANIE Automazione sta lavorando in stretta interazione con Confindustria, il Governo ed i principali stakeholder per un nuovo piano di politica industriale che promuova il nuovo modello di sviluppo e, al contempo, premi le aziende virtuose. Inoltre – conclude -, ANIE Automazione ha completato la propria riorganizzazione con l’obiettivo di favorire le sinergie tra i comparti rappresentati e veicolare con maggiore agilità istanze e stimoli di crescita”.
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