martedì 05 Mar, 2024

Sostenibilità sulla rotta delle merci

La logistica è uno dei settori maggiormente chiamato in causa per l’emissione di gas climalteranti. Due studi analizzano lo scenario

Nel 2023 il mercato della Logistica ha raggiunto il valore di 112 mld di euro, in crescita del 5,5%. Negli ultimi anni il settore della logistica ha dovuto affrontare continue sfide, dall’aumento dei costi di produzione e del denaro, alla cronica mancanza di personale, eppure non arresta la sua corsa. 

Lo evidenzia la ricerca dell’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano sui dati 2021, ovvero l’ultimo con dati disponibili a consuntivo. Dopo le fluttuazioni dei costi energetici, l’aumento dei canoni di locazione, ed esplode il costo del denaro. Diminuiscono le aziende attive, ma il mercato complessivo della logistica è ancora in crescita. Si accorciano le filiere, verso una relazione più diretta tra committente e fornitori, mancano però 60.000 lavoratori e il settore cerca di lavorare sull’attrattività. 

“Dall’aumento dei costi alla necessità di un approccio di business più sostenibile, dall’omnicanalità allo sviluppo dei mercati internazionali, fino ai nuovi equilibri delle filiere e lo shortage di persone e competenze, le aziende della Logistica hanno di fronte molteplici sfide che richiedono profonde trasformazioni e importanti investimenti – afferma Marco Melacini, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Contract Logistics -. Per rispondere, servono strategie chiare delle aziende committenti e dei fornitori di servizi logistici, con una direzione comune: migliorare l’attrattività delle aziende e del settore. Mai come oggi il capitale umano è fondamentale e l’innovazione deve ridisegnare i processi in modo human-centric, in una prospettiva di sostenibilità sociale, oltre che economica e ambientale”.

“Il settore deve incrementare la sua attrattività con un approccio di sistema, che metta al centro la persona – spiega Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics -. Per affrontare la scarsità di manodopera, è necessario far comprendere quanto la Logistica sia strategica per il Paese, investire sull’innovazione tecnologica e digitale, puntare sul wellbeing, ossia l’attenzione verso il lavoratore in termini di salario, premi di produttività, work-life balance. È necessario rafforzare la presenza femminile, l’integrazione di persone di nazionalità e culture diverse e puntare sulla qualità del luogo di lavoro e sul tema della competizione leale”.

Rimodulare le strategie

Di fronte alle emergenze degli ultimi anni, le aziende hanno cercato di rispondere con scelte di livello tattico e strategico. L’Osservatorio ha identificato 6 strategie che ridefiniscono i termini della Logistica in termini di ambito, attività, KPI e oggetto. La prima è quella della riconfigurazione, seguita dalla digitalizzazione dei processi e dei documenti associati, con alta attenzione al patrimonio informativo e all’introduzione di processi di Big Data Analytics. Un altro ambito di intervento è quello relativo alla transizione green, in primis la riduzione della carbon footprint. Centrali diventano infine i concetti di logistica smart, logistica sostenibile e logistica circolare. Un numero sempre maggiore di aziende in futuro adotterà un approccio di design di processo human-centric nell’introduzione di tecnologie di Logistica 4.0, valutando l’impatto sociale delle soluzioni da adottare e, in alcuni casi, coinvolgendo il personale operativo nella progettazione delle soluzioni stesse. 

Che il tema della sostenibilità sia al centro della traiettoria lo evidenzia anche un’indagine condotta dalla LIUC-Università Cattaneo e dal Freight Leaders Council, associazione che rappresenta gli operatori della logistica. L’indagine traccia infatti un percorso attraverso cui ri-costruire le relazioni tra industria e operatori, proprio a partire dall’adozione dei principi ESG. In primo luogo, secondo ricercatori e imprese, occorre creare una community di aziende virtuose che condividano buone pratiche e promuovano la sostenibilità nella filiera, con il ruolo di volano da parte della committenza. Secondo, coinvolgere gli istituti bancari e il governo nell’offerta di finanziamenti e incentivi per la sostenibilità. Terzo, promuovere la digitalizzazione e la semplificazione dei processi, specialmente quelli di raccolta e comunicazione dei dati, per migliorare la trasparenza e la tracciabilità. 

Lo studio, che ha coinvolto 11 aziende pilota del settore, ha rilevato che le realtà italiane della logistica e dei trasporti sono sempre più consapevoli dell’importanza della sostenibilità e stanno iniziando a intraprendere azioni concrete per migliorare il proprio impatto ambientale, sociale e di governance. In particolare, le realtà intervistate hanno evidenziato, tra i benefici derivanti dall’adozione dei principi ESG, la riduzione delle emissioni di CO2 e di impatto ambientale. Ma anche il miglioramento della sicurezza dei lavoratori e dei consumatori e un aumento della competitività e dell’attrattività degli investimenti.

Tuttavia, il progetto ha anche evidenziato alcune barriere che ostacolano l’adozione dei principi ESG nella filiera logistica e dei trasporti. Tra queste compare la difficoltà di monitorare e controllare i fornitori, specialmente nel caso di subfornitura. Il costo degli investimenti necessari per implementare soluzioni sostenibili si rivela spesso un ostacolo, così come la mancanza di incentivi da parte del governo.

“Il tema della compliance nel settore logistico è stato sempre centrale per il FLC”, ha dichiarato Massimo Marciani, Presidente del Freight Leaders Council. “Inizialmente, ci siamo concentrati sull’ambiente, supportando il programma Lean & Green, che consente agli operatori di registrare le proprie emissioni climalteranti. Successivamente, abbiamo esteso la verifica anche a questioni etiche e alla trasparenza dei processi, promuovendo il Transport Compliance Rating come strumento per migliorare le performance e creare un ecosistema virtuoso tra operatori e committenti. L’attenzione alle tematiche ESG da parte del FLC – ha aggiunto Marciani- è ulteriormente testimoniata da questo studio, svolto insieme alla LIUC, che mira a valutare l’interesse del settore su questo fronte.”

“Sta emergendo in maniera sempre più evidente che la chiave per una vera transizione verso la sostenibilità del settore dei trasporti e della logistica non sia rappresentata tanto dagli aspetti tecnici e tecnologici, quanto dal sistema valoriale alla base delle relazioni fra committenza e fornitura”, ha aggiunto Alessandro Creazza, Direttore del Green Transition Hub della LIUC – Università Cattaneo. “Condividere lo stesso sistema valoriale, basato sul rispetto dei principi ESG può aiutare le aziende a costruire una community virtuosa, che lavora riconoscendo il giusto valore alla vera qualità del servizio, mette fuori mercato quelle aree grigie connotate da scarsa trasparenza e dal tipico approccio alla guerra dei prezzi, una community che produce valore economico divenendo attrattiva. Ma il primo passo – ha detto ancora Creazza – deve essere un salto culturale da parte della società: un’evoluzione culturale in cui i consumatori considerano anche gli impatti sociali e ambientali nella scelta dei prodotti e dei servizi associati.”

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