mercoledì 05 Lug, 2023

Manager Temporaneo, il miglior alleato delle PMI

Delegare, condividere e farsi affiancare nella gestione della propria azienda sono attività spesso difficili da digerire, ma necessarie per governare le crisi

Un paio d’anni fa scrissi per questa testata una riflessione sull’opportunità di crescita ed evoluzione per le PMI italiane rappresentata dalla figura del Temporary manager, soprattutto per quel 90% di aziende italiane a conduzione familiare. Cosa è cambiato da allora? Il Temporary manager può essere ancora una soluzione efficace per le PMI? La risposta è: sì, certamente, ora più che mai! Complice il fatto che la consulenza aziendale tradizionale soffre da tempo di una forte caduta della domanda, di un appannamento di credibilità e di una crisi di considerazione per una serie di fattori concomitanti.  

A fronte di scenari politico-economici e sfide competitive sempre più complessi e critici, non solo per il successo del proprio business ma anche per la sua stessa sopravvivenza, la consulenza classica non è più considerata adeguata per affrontare, gestire e risolvere i nodi emersi dalle verifiche. Il consulente si pone infatti come un esperto che esegue una diagnosi (complessiva o più specifica) dello stato generale della struttura, delle strategie, della gestione, del personale cui fa seguire raccomandazioni e piani di intervento, demandando poi all’imprenditore e ai suoi manager il compito di intervenire per l’esecuzione delle raccomandazioni e tradurle in azioni concrete.

Per superare questi limiti è nata una figura professionale specifica, il Temporary manager (TM), che forte di una consolidata esperienza aziendale è capace di entrare nella gestione operativa con ruoli decisionali. A differenza del consulente, infatti, vive quotidianamente la realtà aziendale dall’interno, si confronta con lo staff, si rapporta con fornitori e clienti, entra in connessione con tutte le funzioni aziendali da cui riceve gli input indispensabili per conseguire i risultati attesi. La decisione di ricorrere ad un TM, attualmente poco diffusa tra le PMI, è determinata essenzialmente dalla carenza o assenza di risorse interne a fronte di problematiche complesse e impellenti, dall’indeterminatezza di tempi e risultati senza possedere strumenti adeguati di gestione e controllo, dalle difficoltà insite nella ricerca e acquisizione di figure manageriali esterne, dai costi e dai rischi di investimenti onerosi cui non si è sicuri di far fronte con le risorse e le competenze disponibili in azienda. 

In cosa consiste in pratica il Temporary Management?

Con questa definizione si descrive un’attività professionale svolta da uno specialista esperto cui viene affidata la gestione di un’impresa, di una sua parte o di progetti definiti nei loro obiettivi (quantità, qualità, costi, ecc.) in una precisa dimensione temporale, legata ad un termine e al raggiungimento di un risultato. Gli ambiti d’intervento di un TM sono ampi e spaziano in tutti i campi del Top management, quali:

  • presidiare e risolvere situazioni originate da crisi aziendali per il raggiungimento della stabilità, e perseguire il riassetto economico e finanziario in momenti critici per l’azienda;
  • intervenire nella revisione e nella gestione di processi, procedure e metodi operativi, assumendo la responsabilità di conduzione di aree funzionali dell’azienda per il raggiungimento degli obiettivi aziendali;
  • governare processi complessi di cambiamento strategico e organizzativo in aziende in fasi di discontinuità o di evoluzione, valorizzando il contesto professionale e esperienziale;
  • pilotare la transizione aziendale per favorire un ordinato passaggio generazionale e valorizzare le risorse all’interno dell’organizzazione; 
  • Impostare e gestire operazioni straordinarie quali acquisizioni (M&A), riorganizzazioni e ristrutturazioni.

Altri campi di azione per un TM consistono nell’affiancare l’imprenditore nella revisione critica del proprio modello aziendale, per individuare e condividere un percorso graduale, efficace, bilanciato di introduzione di nuovi strumenti gestionali, di cambiamenti organizzativi, di miglioramenti dei processi. Può inoltre provvedere all’analisi di convenienza e fattibilità di investimenti tecnici, appalti e forniture in genere e predisporre strumenti idonei per il calcolo di prezzi e marginalità. Infine, può sovrintendere al lancio di nuove attività e prodotti sui mercati esistenti e su nuovi mercati, sia nazionali che esteri.

A fianco di queste attività di tipo essenzialmente “funzionale”, ci sono poi prestazioni a livello di Governance aziendale, in ruoli di Executive (Amministratore, Consigliere, Direttore generale) per rappresentare una componente terza, autonoma e neutrale, di equilibrio in caso di forti contrasti nella compagine sociale, oppure per guidare una fase di transizione rischiosa e complicata, per la quale non sono disponibili figure interne.

Il Temporary Management nelle PMI

Nell’immediato futuro, la grande sfida si gioca sulla crescita del Temporary management nel difficile settore delle PMI, che rappresenta sì un fattore di flessibilità e resilienza del nostro sistema produttivo, ma di converso costituisce un elemento di debolezza rispetto al dinamismo e alla propensione all’innovazione che l’evoluzione degli scenari economici richiederebbe.

Come risaputo, la maggior parte delle imprese italiane è composta da aziende amministrate e gestite da imprenditori, loro familiari e parenti stretti. Stiamo parlando di 570 mila società di persone e di oltre 900 mila società di capitali. Esistono quindi quasi un milione e mezzo di imprese che potrebbero avvalersi del supporto di TM: un mercato enorme sulla carta. Va detto però che in Italia rimane tuttora un’attività di nicchia, con un valore stimato di circa 150 milioni – meno di un decimo di Germania e UK – quindi di fatto poco significativo.

Perché il fatturato di questo settore è tuttora così limitato? Tra le diverse criticità, possiamo richiamare la grande difficoltà d’inserimento di manager esterni cui attribuire deleghe forti, in particolare nel caso di aziende a conduzione familiare. La famiglia nel suo complesso deve avvertire l’esigenza e riconoscere il valore portato dal manager temporaneo, alle cui competenze tecniche deve quindi aggiungersi la capacità di gestire le relazioni all’interno della famiglia e con i singoli rappresentanti.

Una delle principali complicazioni risiede nel fatto che un imprenditore in una PMI è, nel complesso, impreparato ad essere affiancato da un manager esterno alla sua azienda. Anzi, di solito si mostra diffidente rispetto a tale ipotesi perché molto restio a conferire deleghe e poteri di sua pertinenza. Nella maggior parte delle PMI sono presenti l’imprenditore stesso e altri rappresentanti del gruppo familiare in diversi ruoli, il che rende oggettivamente improbabile che sulle scelte strategiche e sulla gestione generale siano tutti concordi nel delegare a un manager a scadenza poteri esecutivi, estesi e sostanziali. Esiste inoltre in ogni impresa una indeterminata “area grigia”, più o meno vasta, fatta di forti coinvolgimenti privati e promiscuità tra interessi familiari e interessi dell’azienda, che l’imprenditore vuole evitare siano noti a manager esterni.

Pesa anche la scarsa conoscenza e consapevolezza di questa figura professionale tra gli imprenditori, spesso ignorata. A ciò si aggiunga la ritrosia dell’imprenditore a rivolgersi ad un manager esterno, per timore di dover ammettere l’esistenza di situazioni problematiche e che quindi vengano interpretate come un segnale di debolezza. Altra complicazione risiede nella mancanza di strumenti normativi che incoraggino e incentivino il ricorso al TM da parte delle piccole e medie imprese. Con le regole attuali, infatti, non si può attingere a fondi europei e statali, oppure a fondi interprofessionali, come accade in altre parti d’Europa.

I molteplici vantaggi

Per superare la scarsa attrattività di un’impresa familiare per un Top Manager – perché la guida rimane saldamente prerogativa dell’imprenditore e dei suoi familiari – è nata la figura professionale del TM, che apporta all’azienda – per un periodo limitato e predefinito – un ampio bagaglio di esperienze e competenze in molteplici settori della gestione aziendale, sicuramente di non facile e rapido reperimento sul mercato, tramite un rapporto di collaborazione esterna regolato da un contratto snello, chiaro, tutelante per ambo le parti. 

Esistono tanti validi motivi a favore della scelta di un Temporary Manager.

Rapidità: la caratteristica peculiare del TM è che può rendersi disponibile ad assumere l’incarico in tempi brevi, con la firma di un normale contratto di prestazione professionale. Si inserisce attivamente nella struttura aziendale in tempi rapidi e con effetti quasi immediati. Già nell’arco di due settimane è in grado di elaborare una prima lista di interventi prioritari. 

Durata breve: in linea generale, per la maggior parte delle esigenze, un anno di operatività è un periodo adeguato per individuare le aree critiche e introdurre i cambiamenti organizzativi, di processo, strategici e gestionali che possano essere misurati sulla base degli obiettivi concordati con la proprietà. Non è infrequente però che i progetti possano estendersi a 18-24 mesi. 

Flessibilità: l’approccio del TM è improntato alla massima flessibilità, al punto da concordare con il cliente la definizione di modalità, funzioni coinvolte, giorni di presenza e soprattutto la durata del contratto a progetto. 

Economicità: un Temporary Manager costerà all’azienda decisamente meno del costo complessivo di un dirigente di pari livello assunto, anche perché non sono dovuti contributi previdenziali, tredicesime e TFR. Il costo medio giornaliero di Temporary Manager è stato calcolato intorno ai 670 Euro lordi (il più basso in Europa) e la retribuzione può essere conteggiata a giornata effettiva prestata.

Esperienza: i TM devono possedere qualifiche ridondanti per il compito affidato, in virtù della molteplicità di esperienze aziendali che fornisce l’estesa strumentazione manageriale messa a disposizione.

Risultati: il TM è predisposto per attitudine mentale ad essere valutato sui risultati, il che lo porta ad essere sempre molto focalizzato sugli obiettivi da raggiungere. La sua reputazione e credibilità sul mercato è unicamente legata alla capacità di essere efficaci e di portare risultati ed è consapevole che le sue credenziali dipendono dalle referenze e la soddisfazione delle aziende clienti.

Ottimizzazione: in ogni organizzazione esistono sempre grandi opportunità di miglioramento, sviluppo, crescita, cambiamento, innovazione, che il TM sa intercettare e tradurre in risultati economici, aumento del margine, riduzione dei costi e degli sprechi, maggiore efficienza, strategie vincenti. 

Integrazione: il TM si integra bene nell’organizzazione perché ha un incarico a scadenza e non è vissuto come una minaccia dallo staff. Non entra in competizione con le gerarchie aziendali, ma anzi punta a coinvolgere le altre funzioni. Infatti svolge anche un’importante azione di Tutoring e di formatore della struttura interna, perché ha la predisposizione a trasferire le proprie esperienze, conoscenze e competenze per far crescere i collaboratori.

Infine, un TM qualificato apporta tanti altri vantaggi quali la sua obiettività e neutralità, in quanto meno condizionato dagli assetti interni di potere consolidati e spesso in contrapposizione. Per questo motivo è la figura ideale cui affidare i progetti più impattanti, perché non è influenzato e condizionato dai presunti paradigmi della storia pregressa e potrà essere costantemente focalizzato sugli obiettivi e sull’esecuzione rispetto alle figure operative. 

In conclusione, il TM può essere visto come un “problem solver” di alto livello, la cui professionalità lo porta ad essere determinato e motivato nel raggiungere gli obiettivi assegnati, con soluzioni durature realizzate in tempi brevi. Non dimentichiamo che una porzione significativa del suo compenso è normalmente legata ai risultati conseguiti. 

I presupposti per un’affermazione di questo ruolo ci sono tutti, adesso l’onere di agire passa alle PMI.

Scopri subito la nuova edizione di

Tecnologia & Innovazione