Sorverglianza sanitaria e PMI:

Smart Factory

Gestire la diversità di genere nell’ambito lavorativo in ottica di prevenzione per la salute.

Garantire la tutela di lavoratrici e lavoratori, anche in merito alle differenze di genere nel contesto lavorativo, è tra le finalità del D.Lgs. 81/08 all’interno del quale è previsto che la valutazione dei rischi riguardi tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, compresi quelli esposti a rischi particolari e quelli collegati alle differenze di genere.

“La diversità di genere in ambito lavorativo – spiega Alessandra Bonotti, CEO Medialis – comprende non solo la diversità di genere ma anche le differenze culturali e sociali, quelle di trattamento, le condizioni lavorative, i ruoli, la valorizzazione delle competenze.
Le differenze tra uomini e donne nel lavoro sono spesso ignorate o sottovalutate. Le donne, rispetto agli uomini, sono fisicamente diverse e, spesso, svolgono mansioni erroneamente valutate come sicure e semplici; occorre superare il pregiudizio che esse facciano lavori più “leggeri” e meno a rischiosi rispetto agli uomini”.

I dati epidemiologici confermano che ci sono occupazioni in cui i tassi d’infortunio o malattia (es. particolari malattie muscolo scheletriche) prevalgono tra le donne.

“La prevenzione per la salute e sicurezza sul lavoro, tenendo conto delle differenze di genere, si può fare individuando tre livelli differenti d’ intervento. – continua la CEO di Medialis – In primis, la salvaguardia della salute per le donne in età fertile in caso di gravidanza: il datore di lavoro (dopo aver anche consultato il RLS) deve identificare mansioni e lavorazioni vietate per la gravidanza e/o l’allattamento ed integrare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) (art. 28 d.lgs. 81/2008) con l’analisi e l’identificazione delle operazioni incompatibili indicando, per ciascuna mansione a rischio, le misure di prevenzione e protezione da adottare in caso di gravidanza. Secondo: a parità di lavoro, analizzare i rischi per uomini e donne poiché non tutti i rischi sono uguali. Ciò significa porre attenzione alle condizioni reali di lavoro per capire se i pericoli esistenti possono comportare rischi di natura ed entità diverse, con l’obiettivo di individuare pericoli meno evidenti e problemi di salute che, anche a parità di lavoro, possono manifestarsi più frequentemente nelle donne.
Terzo: condizioni sociali e di lavoro. Va, infatti, analizzata e considerata un’ampia serie di problematiche con ripercussioni su condizione e rischi lavorativi legati alle circostanze di lavoro (molestie, discriminazione, partecipazione al processo decisionale sul luogo di lavoro, retribuzione).
Riconoscere l’esistenza di differenze di genere in merito alla salute e alla sicurezza sul lavoro è il primo passo per una valutazione dei rischi più completa ed aderente alla realtà”.

Per una buona valutazione del rischio, allora, occorre coinvolgere lavoratrici e lavoratori interessate/i, affinché possano fornire il proprio punto di vista.

“Per una valutazione sensibile al genere è determinante garantire la partecipazione diretta delle lavoratrici – spiega la Bonotti – sviluppando informazione e comunicazione, così da coinvolgerle nel sistema per la gestione di salute e sicurezza a livello aziendale”.

Occorre, poi, verificare se l’azienda tiene conto di eventuali differenti esigenze tra donne e uomini (orari e turni di lavoro, compiti e carichi) perché questo può comportare diverse modalità ed entità di rischio.

“Per individuare correttamente i pericoli è opportuno chiedere a lavoratori e lavoratrici di segnalare specifici problemi – conclude Bonotti – che possano influire su sicurezza e salute. Fondamentale, assieme a quanto già detto, è il coinvolgimento del medico competente e del Responsabile del servizio di prevenzione (RSPP), chiedendo che i risultati della sorveglianza sanitaria usati per valutare i rischi siano analizzati anche per genere. In azienda occorre che tutte le figure interessate alla prevenzione ed alla gestione della salute sul lavoro siano coinvolte e sensibilizzate sulle differenze di genere”.

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