Come la scelta della pannellatrice di Evomach ha contribuito al successo di un’azienda di lattoneria e carpenteria nel mercato internazionale
Nella zona industriale di San Donà di Piave, tra le province di Venezia e Treviso, sorge Officine Ortiga Srl, una realtà che incarna perfettamente lo spirito imprenditoriale veneto. Nata nel 1973 come semplice bottega artigiana, l’azienda ha compiuto un percorso di crescita straordinario, trasformandosi in un punto di riferimento internazionale nel settore della lavorazione della lamiera e della carpenteria metallica leggera.
Dalle origini alla svolta generazionale
“Tutto è iniziato quando mio padre rilevò l’attività dal suo datore di lavoro”, racconta Michele de Piccoli, uno degli attuali titolari.

“Erano anni difficili, ma con mio zio hanno costruito tutto partendo dal nulla, lavorando giorno e notte nella prima piccola officina”.
Quella che era nata come attività familiare specializzata in lattoneria e installazioni ha subito una prima importante evoluzione negli anni ’80, quando l’azienda decise di concentrarsi esclusivamente sulla produzione, abbandonando l’attività di cantiere.
La vera svolta arriva però nel 2005 con il passaggio generazionale: “Quando io e mio fratello siamo entrati in azienda, abbiamo portato un vento di innovazione. Abbiamo iniziato il processo di digitalizzazione e ampliato gli orizzonti dell’azienda”.
Un cambiamento che non è stato sempre facile: “All’inizio c’era un po’ di diffidenza verso le novità, ma i risultati hanno dimostrato che stavamo facendo la scelta giusta”.
La crescita esponenziale
Gli investimenti in tecnologia e l’ingresso in nuovi mercati hanno portato a una crescita impressionante. Tra il 2019 e il 2025 il fatturato è triplicato, raggiungendo i 10 milioni di euro, mentre il personale è cresciuto fino a contare 50 dipendenti in Ortiga e altri 10 nella società consociata MAV. Numeri che testimoniano il successo di una strategia basata su qualità e innovazione.
La rivoluzione tecnologica
Il primo grande salto tecnologico è arrivato con l’acquisto del laser. “È stata una rivoluzione – spiega l’amministratore – ci ha aperto possibilità che prima non potevamo nemmeno immaginare”. Oggi l’azienda dispone di un reparto taglio all’avanguardia con tre laser (due da 6x2m e uno da 4x2m), una punzonatrice a caricamento automatico e cesoie di precisione.
Ma è nell’area piegatura che Officine Ortiga ha fatto i maggiori investimenti: “Abbiamo piegatrici di diverse lunghezze, fino a 10 metri, che ci permettono di lavorare qualsiasi tipo di progetto”. Tra le attrezzature più innovative spiccano la calandra da 10 metri, il centro di lavoro avanzato e la piegatrice a doppia bandiera, strumenti che testimoniano l’impegno costante nella ricerca dell’eccellenza produttiva.
La pannellatrice Schröder: il fiore all’occhiello
L’acquisto della pannellatrice Schröder rappresenta una tappa fondamentale nella storia dell’azienda. “Abbiamo iniziato con una RAS – ricorda l’amministratore – ma quando le commesse sono aumentate e le lavorazioni sono diventate più complesse, abbiamo capito che serviva un salto di qualità”.
La scelta della Schröder si è rivelata vincente sotto molti aspetti:
- Maggiore capacità di lavorare spessori importanti
- Precisione superiore nelle piegature
- Sistema di ventose più efficiente
- Possibilità di lavorare più vicino al punto di piega
L’esempio più eclatante è stato con un progetto per il Lussemburgo che richiedeva la piegatura di reti di alluminio con caratteristiche particolarmente complesse, impossibili da realizzare con le tecnologie tradizionali.

“Dovevamo realizzare reti in alluminio micropiegate. Con la RAS i pezzi si deformavano, con la Schröder siamo riusciti a ottenere un risultato perfetto”.
La svolta è arrivata con la pannellatrice di Evomach Power Bend Industrial, “Era l’unica soluzione possibile – spiega il responsabile produzione – Abbiamo creato delle cellule di isolamento assemblando le reti piegate su estrusi in alluminio, un lavoro che oggi è diventato il nostro biglietto da visita per le commesse più prestigiose”.
Questo tipo di lavorazione specialistica è diventata una competenza esclusiva di Ortiga, permettendo all’azienda di distinguersi dai concorrenti e di acquisire commesse ad alto valore aggiunto che combinano complessità tecnica e prestigio architettonico.
L’importanza dell’assistenza tecnica
Un capitolo a parte merita il rapporto con Evomach, distributore ufficiale Schröder in Italia. “Quando hai macchinari così complessi, l’assistenza è fondamentale – sottolinea l’amministratore – Con Evomach ci siamo trovati benissimo. Ricordo quando abbiamo avuto un problema alle fotocellule: sono intervenuti immediatamente, senza farci perdere tempo”. Un servizio che fa la differenza in un settore dove ogni minuto di fermo macchina si traduce in perdite economiche.
Le sfide del presente
Oggi Officine Ortiga si trova ad affrontare nuove sfide in un mercato sempre più competitivo. “La programmazione della produzione è diventata cruciale – spiega l’amministratore – soprattutto nella lattoneria, dove le richieste arrivano spesso ‘oggi per domani'”. Un settore che vive di urgenze e dove riorganizzare continuamente i turni e le macchine non è semplice.
A questo si aggiunge la concorrenza delle piccole imprese: “In periodi di crisi come questo, le realtà più piccole possono offrire prezzi più aggressivi, senza il peso di una struttura complessa come la nostra”. Ma il vero fattore discriminante sono ormai i tempi di consegna: “I clienti non aspettano più – sottolinea l’amministratore – Prima riuscivamo a gestire tre settimane di attesa, oggi se superi i 10 giorni rischi di perdere il lavoro”.
La visione futura
Per restare competitivi, Officine Ortiga ha in cantiere importanti progetti di miglioramento: “Stiamo investendo molto nell’ottimizzazione della programmazione – annuncia Vania De Piccoli, l’altra attuale titolare – L’obiettivo è integrare meglio ufficio tecnico e reparto produttivo, per garantire tempi di consegna sempre più rapidi senza compromettere la qualità”.
Ma la visione va oltre: “Vogliamo esplorare nuovi mercati e continuare a innovare i nostri processi produttivi. La partecipazione alla Bau di Monaco è stato solo l’inizio del nostro percorso internazionale”.
Un modello di eccellenza italiana
Officine Ortiga guarda al futuro puntando su due fronti: “Ottimizzare la programmazione produttiva per tempi di consegna più rapidi senza compromessi sulla qualità e aprire nuovi mercati internazionali” spiega l’amministratore.
Un percorso che dalla bottega artigiana l’ha portata a firmare progetti iconici come la sede JP Morgan a New York. “Quel grattacielo contiene il nostro know-how – raccontano con orgoglio – reso possibile da tecnologie come la pannellatrice Schröder, che ci ha permesso di raggiungere precisioni impossibili con macchinari tradizionali”.
“Prima eravamo bravi, ora siamo un passo avanti. E la strada continua”