Tracciabilità 5.0: chi sale sul treno degli NFT?

Elettronica

L’industria 4.0 ha spinto i professionisti dell’automazione a considerare un forte livello d’integrazione IT-OT come un valore  prezioso per l’evoluzione e l’efficienza dell’impianto. Per la prima volta c’è stata una storica inversione di tendenza:  il mondo business ha imparato a usare (e sfruttare) tecnologie  già diffuse nel mondo consumer. 

Così Internet, i tablet e la realtà virtuale sono entrati in Fabbrica  da protagonisti e da allora la linea di confine tra tecnologie per  l’industria e quelle destinate ai privati è sempre più sfumata. Adesso sarà probabilmente il momento degli NFT, tecnologia  che da più di un anno fa parlare di sé, anche se per il momento  al di fuori dell’ambito industriale. Ovviamente le grandi aziende  sono i first mover, già al lavoro per integrare questa novità nei  propri processi.  

In poche parole, un NFT (non fungible token) è un asset di gitale che, grazie alle soluzioni tecnologiche su cui si basa, è  inalterabile e distribuito

Un NFT ha dunque la capacità di “registrare” transazioni, origi ne delle materie, operazioni, eventi e processi, ricordandoli per  sempre. Una traccia inalterabile e indistruttibile. Se il loro impiego nella protezione della proprietà intellettuale  di opere digitali (video, brani musicali, …) è immediato e intuibile, questa tecnologia ha enormi potenzialità nel campo industriale, dove il tema della tracciabilità e della garanzia del  processo/prodotto è di primaria importanza in tutti i settori. In passato era “la carta” a soddisfare questo bisogno: dai vari  certificati alle “bolle” di trasporto, centinaia di documenti eterogenei, in parte digitalizzati, difficilmente accessibili e verificabili  in ogni fase del processo. 

Per questo motivo Adgenera – in qualità di partner – sta aiutando i propri Clienti nella valutazione del loro l’impiego più  efficace a seconda del settore di appartenenza, curandone l’implementazione e l’integrazione. 

Molte tecnologie per il Track and Trace sono ormai estremamente diffuse in ambito industriale, come gli RFID, i codici QR e veri e propri tracker attivi che accompagnano i materiali e i semilavorati in ogni fase del processo.  Questi strumenti vitali della moderna automazione industriale hanno la caratteristica di generare informazioni locali, utili ad alimentare un sistema MES, uno SCADA o un database di produzione. Anche i tracker di nuova generazione, nativamente connessi al Cloud, si limitano a mettere a disposizione le informazioni senza offrire le funzionalità peculiari della tecnologia NFT.

Nel contesto industriale, la tecnologia NFT è lo strumento ideale per certificare queste informazioni, portandole a un livello di fruibilità e accessibilità di gran lunga superiore. Un NFT associato a un prodotto può costituirne un vero e proprio digital-twin (per quanto riguarda i dati a esso associati) che vive oltre i confini del singolo impianto e si arricchisce man mano che il prodotto stesso viene costruito, configurato, installato e manutenuto. Possiamo dire che l’ostacolo più grande all’adozione di questa tecnologia è già superato: per funzionare ha bisogno di Internet, la cui disponibilità oggi è già stata ampiamente sdoganata in ambito industriale grazie soprattutto alla diffusione del Cloud. Anche dal punto di vista di sicurezza e affidabilità, temi fondamentali per applicazioni business, gli NFT possono contare su standard collaudati da anni e ampiamente diffusi, come il popolare ERC-721. 

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Integrando gli NFT in un ambito industriale, in fase di design oc corre comunque prestare grande attenzione all’aspetto della riservatezza delle informazioni. Se da un lato ogni azienda può senza dubbio beneficiare di un  meccanismo di tracciatura e certificazione dei dati così potente,  dall’altro ha la necessità di proteggere i propri asset, comprese le  informazioni sensibili e i segreti industriali: tutto ciò che può metterla in un una condizione di svantaggio se fosse reso pubblico. Per fortuna la flessibilità degli NFT ne consente un uso intelligente e personalizzato: non devono necessariamente registrare tutti i dettagli e le informazioni, ma solo una loro “impronta”,  cioè artefatto digitale (tipicamente un codice hash) che è asso ciato univocamente ai dati veri e propri. 

Proprio per sostenere questi une-case emergenti in cui l’informazione (o una parte) deve rimanere privata, stanno nascendo  nuovi standard (come SNIP-721), in grado di cifrare i dati pur mantenendo le funzionalità base di un tradizionale NFT. In Adgenera, da professionisti dell’Automazione, crediamo che  una tecnologia del genere abbia le carte in regola per avere un  proprio posto di rilievo nella Fabbrica del Futuro.

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