Cinque generazioni di frantoiani tra tradizione e innovazione

Dal 1887, la famiglia Roi si dedica con passione e dedizione alla coltivazione dell’oliva Taggiasca e alla produzione di olio extra vergine d’oliva di altissima qualità, nel cuore della Valle Argentina, in Liguria. Una tradizione che si tramanda di generazione in generazione, iniziata con Giuseppe “Paie Pepin” e portata avanti oggi da Paolo Roi, la quinta generazione di frantoiani. La storia della famiglia Roi è legata indissolubilmente al territorio e all’oliva Taggiasca, un frutto che, nonostante le difficoltà della sua coltivazione, offre un prodotto unico e pregiato. Innovazione e tradizione si incontrano nella loro attività, grazie a tecnologie avanzate come il monitoraggio satellitare e un frantoio 4.0, che permettono di preservare l’eccellenza del prodotto senza mai dimenticare il rispetto per la terra e le sue risorse. In questa intervista, Paolo Roi ci racconterà il percorso che ha portato l’azienda a diventare un punto di riferimento per l’olio extra vergine di oliva, le sfide affrontate nel portare avanti una tradizione secolare e le prospettive future per una realtà che, da Badalucco, è riuscita a conquistare mercati in tutto il mondo.

La vostra famiglia è frantoiana da cinque generazioni. Cosa significa per te portare avanti una tradizione così antica? Quali sono le sfide e i vantaggi di lavorare in un’azienda familiare con oltre 100 anni di storia?

Lavorare in famiglia è bello e complesso. Ci va tempo per trovare le posizioni adatte. Non si ha spesso la velocità di reazione delle altre aziende, ma una volta raggiunto l’equilibrio tutto fila per il meglio. Portare avanti un’azienda storica è la base del nostro lavoro. Cerchiamo di far crescere la nostra azienda mantenendo forti legami con il territorio, facendo conoscere le piccole realtà della Liguria, non solo lungo la costa, ma anche nell’entroterra, ricco di bellezza e unicità.

Qual è il segreto per produrre un olio di qualità? A quali fasi del processo produttivo date particolare attenzione?

Non ci sono veri segreti nella produzione dell’olio. È un mestiere semplice, ma richiede molta cura. Il lavoro nei campi è cruciale: se l’oliva che arriva al frantoio non è di qualità, non si può sperare di produrre un olio eccellente. Per noi, la cura degli alberi è essenziale. Abbiamo una squadra che gestisce i nostri 15.000 ulivi tutto l’anno, seguendo metodi di agricoltura biologica. Cerchiamo di rispettare la natura, perché se la natura sta bene, noi stiamo meglio. Inoltre, nel frantoio utilizziamo macchine all’avanguardia per garantire una lavorazione veloce e precisa, controllando temperatura e tempi per ottenere il miglior risultato possibile. L’ altra fase importante è la conservazione. Dopo la produzione, l’olio viene stoccato in condizioni ideali, a temperatura controllata e in assenza di ossigeno, per garantire la massima freschezza e per preservarne al meglio le caratteristiche organolettiche. L’imbottigliamento avviene solo su ordinazione, permettendoci di offrire un prodotto sempre fresco e di altissima qualità.

Come integrate la tecnologia moderna, come il monitoraggio satellitare, nel vostro lavoro?

Il monitoraggio satellitare ci aiuta a capire meglio le condizioni dei nostri uliveti. Grazie a una start-up chiamata Elaisian, abbiamo installato stazioni meteorologiche nei nostri uliveti più grandi, una a 500 metri e l’altra a 200. Queste stazioni ci forniscono dati precisi sulle condizioni climatiche e sullo stato di salute degli alberi, mappando centimetro per centimetro dove sono concentrate l’acqua e i nutrienti. In questo modo, possiamo intervenire esattamente dove serve, ottimizzando il lavoro manuale, visto che lavoriamo su terrazze di montagna.

La vostra azienda adotta pratiche sostenibili. Come gestite i vostri uliveti e quali sono i vostri obiettivi futuri in questo ambito?

Tutta la nostra produzione è in agricoltura biologica. La sostenibilità è un pilastro del nostro lavoro, perché viviamo immersi nella natura e ne dipendiamo. Il nostro obiettivo è ridurre al minimo l’impatto ambientale e continuare a investire in tecnologie che ci permettano di rispettare l’ecosistema.

La vostra azienda è presente in 45 nazioni. Qual è stata la strategia per espandersi nei mercati internazionali?

Partecipiamo a molte fiere internazionali e viaggiamo spesso per incontrare clienti in tutto il mondo. Lavoriamo in 47 nazioni e cerchiamo di portare qui i clienti per far vivere loro l’esperienza Roi a 360 gradi. Ed è anche per questo che abbiamo realizzato il nostro agriturismo L’Adagio, per offrire un’esperienza unica ai nostri clienti. Crediamo fermamente nel valore della condivisione e vogliamo fargli conoscere la passione e l’amore che mettiamo in ogni fase della produzione. Per questo offriamo soggiorni immersi nella natura, visite guidate, degustazioni e attività che permettono di vivere a pieno la nostra filosofia. Il nostro obiettivo è creare un legame autentico con i nostri ospiti, facendoli sentire parte della nostra famiglia. Grazie all’agriturismo e alle visite ai nostri uliveti, alle cantine e al frantoio, riusciamo a far capire il nostro modo di lavorare e a creare un legame più forte rispetto a una semplice vendita di prodotto.

Avete ampliato il catalogo con conserve, birra e gin. Cosa vi ha spinto a diversificare la vostra offerta?

Le salse e le conserve fanno parte del nostro catalogo da sempre, sono un omaggio alla nostra cucina locale. La birra e il gin, invece, sono frutto di progetti più recenti, nati dalla passione per l’innovazione e dalla volontà di creare prodotti unici e distintivi. Il nostro gin, ad esempio, è caratterizzato da una botanica inusuale: le olive Taggiasche. Questa scelta ci permette di offrire un prodotto originale e versatile, perfetto per la preparazione di cocktail innovativi. La birra viene prodotta con foglie d’ulivo, mentre il gin è fatto con ginepro, coriandolo, pepe rosa e vere olive Taggiasche. Volevamo esplorare altri settori, mantenendo un legame con l’oliva, creando prodotti unici.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

Per il futuro, puntiamo a far crescere il marchio Roi e consolidare i mercati esistenti, in particolare quello americano, dove vediamo grandi opportunità per il prodotto italiano. Stiamo anche valutando l’apertura di un nuovo stabilimento per la birra a Badalucco, il nostro piccolo paese, così da offrire ai turisti un’esperienza completa e far conoscere l’unico birrificio della provincia.

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