Se contassimo quante volte durante una giornata ci rivolgiamo ad un motore di ricerca, resteremmo sorpresi dall’elevato numero di ricerche che compiamo.
L’atto di digitare una domanda nella barra di ricerca o addirittura chiederla vocalmente al nostro assistente virtuale, è entrato ormai a far parte delle nostre routine quotidiane; anche i meno avvezzi all’utilizzo della tecnologia, intuitivamente ne comprendono le potenzialità.
Proprio per il ruolo che i motori di ricerca hanno assunto nelle nostre vite, questi si stanno adattando a nuove formule per continuare ad essere sempre precisi e utili nelle risposte che ci forniscono.
I motori di ricerca più grandi e conosciuti, come Google e Bing, sono senza ombra di dubbio un contenitore inesauribile di dati e informazioni, ma è proprio per la grande mole di risultati che riescono a fornire che, talvolta, possono risultare strumenti dispersivi. E se da un lato Google si prodiga per affermare sempre di più la sua leadership sul web, dall’altro si iniziano ad utilizzare sempre di più i cosiddetti motori di ricerca verticali. Questi funzionano come una sorta di aggregatore, e sono in grado di categorizzare e mostrare tra i risultati i contenuti particolarmente rilevanti per settori specifici.
Uno dei limiti dei motori di ricerca generalisti, infatti, è quello di non riuscire sempre a fornire risposte riguardo un tema specifico e settoriale in maniera precisa. Se pensiamo a tutte quelle ricerche che nel corso del tempo ci hanno tolto tempo ed energie senza portare a risultati soddisfacenti, saremo d’accordo con l’affermare che sarebbe utile e comodo poter attingere da una banca dati o da un aggregatore che abbia già operato una sorta di scelta tra le notizie da presentare.
L’efficacia degli aggregatori
Ed è proprio quello degli aggregatori l’esperimento che sempre più fa comprendere la necessità di ritrovare informazioni nell’ambito di un contesto più ristretto, condivise all’interno di una community che ha in comune uno stesso dominio di interesse. Nell’ambito dell’editoria e del giornalismo gli aggregatori di notizie sono utilizzati già da diversi anni, e l’interesse per queste piattaforme cresce giorno dopo giorno, supportato dall’esigenza degli utenti di utilizzare un unico punto di riferimento per ritrovare la moltitudine di notizie. Anche Google ad esempio ha lanciato da tempo la funzione “Google News”, che rappresenta un po’ lo standard degli aggregatori giornalistici.
Just watch, un motore di ricerca verticale nel settore dell’intrattenimento
Gli ultimi mesi di lockdown hanno permesso a JustWatch di emergere tra gli aggregatori nel settore Entertainment. In questo periodo gli utenti si sono dimostrati più propensi ad utilizzare le soluzioni di ricerca di JustWatch, proprio per il ruolo di facilitatore che questa piattaforma ha assunto.
L’idea alla base di JustWatch è quella che soggiace all’idea del motore di ricerca verticale: grazie ad un’analisi dei comportamenti degli utenti che fruiscono di contenuti streaming, gli ideatori della piattaforma sono riusciti a ritrovare nella componente tempo la problematica che più comunemente gli affligge.
Le percentuali degli utenti utilizzatori di siti di streaming sono esponenzialmente cresciute ovunque nel mondo, qui un’interessante panoramica sui numeri raccolti da JustWatch.
In Italia l’utilizzo di piattaforme streaming è cresciuto su tutte le maggiori piattaforme:
Streaming service | +% increase since the lockdown* |
infinity | +234% |
NOW TV | +211% |
Netflix | +180% |
Amazon Prime Video | +155% |
Dati JustWatch
Vantaggi dei motori di ricerca verticali
I motori di ricerca verticali rappresentano ad oggi uno strumento particolarmente interessante per quelle realtà che necessitano condividere informazioni e contenuti particolarmente rilevanti all’interno di un settore specifico, di un target o di una community.
Dal punto di vista applicativo, poter usufruire di un contenitore verticale si rivelerebbe utile soprattutto nel campo del marketing. I dati raccolti dagli aggregatori (sempre nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di privacy) sono di particolare valore, poiché rappresenterebbero uno specchio fedele delle esigenze di un’audience specifica.
La centralità dell’esperienza
Al centro del successo degli aggregatori c’è l’esperienza. Ormai le app, le piattaforme, i siti web ma anche i social network sono pensati e progettati non tanto per apportare una rivoluzione, ma per far sì che le tecnologie a nostra disposizione siano quanto più utili nella nostra vita quotidiana.
Oscilliamo costantemente in ambienti virtuali altamente stratificati; ogni singolo compito o ricerca è affidato a innumerevoli strumenti e se anche i più grandi player del mondo Tech come Google si muovono per centralizzare l’informazione, è chiaro che la sfida del futuro, quella più innovativa, sarà ripensare al design del mondo digitale.