mercoledì 07 Set, 2022

Prendersi cura della pelle e dell’ambiente: La ricetta della Reynaldi Srl

Prendersi cura della pelle e dell’ambiente: La ricetta della Reynaldi Srl

Intervista a: Christian Grandi | Managing Director di Motor Power Company

Le aziende a conduzione familiare rappresentano un elemento fondamentale del tessuto economico italiano e molte di esse sono riuscite a posizionarsi sui mercati internazionali facendo leva sulla capacità di coniugare managerialità, qualità e innovazione. Questa rubrica ci guida alla scoperta di alcune eccellenze del nostro tessuto economico andando a raccontare in che modo queste realtà hanno affrontato le sfide del mercato valorizzando la propria capacità di innovare e rinnovarsi. All’interno di questo viaggio alla scoperta delle imprese familiari più innovative d’Italia, abbiamo incontrato Marco Piccolo della Reynaldi s.r.l.

Nel 1969 viene introdotto a Torino il primo corso di laurea in chimica dei prodotti cosmetici e, un anno dopo, Maria Grazia Reynaldi, studentessa di chimica, è la prima laureata in Italia con una tesi sperimentale sui cosmetici. Negli anni successivi la dottoressa si dedica a fare la mamma ma, nella cucina di casa, comincia a sperimentare e produrre prodotti cosmetici per sé stessa e la sua famiglia: formulati attingendo gli ingredienti tra prodotti vegetali quali olii, burri e fitoestratti, questi prodotti sono pensati per prendersi cura di chi le è più caro. 

Ben presto sono molti gli amici e conoscenti che vogliono acquistare i prodotti della dottoressa ed è così che, nel 1979 a Torino, nasce il primo laboratorio di produzione e vendita diretta al dettaglio. Si tratta del primo passo nella storia della Reynaldi Srl, cresciuta negli anni anche grazie all’ingresso dei figli Marco e Andrea Piccolo. In che modo ce lo racconta Marco.

Quali sono state le tappe della crescita della Reynaldi Slr?

Siamo una piccola azienda familiare dove quasi tutti i ruoli strategici sono ricoperti da persone di famiglia. La dottoressa Reynaldi, fondatrice, riveste oggi il ruolo di responsabile del dipartimento di ricerca e sviluppo, continuando a mettere a punto 40 nuove formule al mese; io mi occupo della parte commerciale e direzionale mentre mio fratello Andrea è direttore della produzione. Anche le nostre mogli Laura Patrucco e Grazia Massa rivestono un ruolo fondamentale, ricoprendo rispettivamente il ruolo di responsabile della logistica e di responsabile amministrativo.

Come è cambiato negli anni l’assetto dell’azienda?

Io sono entrato in azienda nel ‘96 occupandomi inizialmente della contabilità. Ben presto realizzai che ci mancavano le capacità di marketing per supportare un nostro marchio e quindi suggerii a mia madre di cambiare strategia e di produrre in conto terzi. Il 2000 è stato l’anno della prima grande svolta e siamo passati da un modello B2C a B2B: nasce l’azienda Reynaldi Srl Cosmetica Conto Terzi, con uno stabilimento di 1200 mq tra uffici, produzione e punto vendita al pubblico. Il nostro successo si basa sulla capacità di creare prodotti customizzati in tempi brevi e di fornire al cliente un servizio a 360° che comprende anche il packaging, l’etichettatura, la spedizione nonché la consulenza per l’export nei mercati esteri. Nel 2015 l’azienda si è infine trasferita a Pianezza e, da una persona sola su sessanta metri quadri nel 2000, siamo oggi in 75 su 7500 m quadri e produciamo 100.000 pezzi al giorno. Cresciamo del 25% ogni anno dal 2008 a oggi, producendo skin care, profumeria alcolica, detergenti.

 Vi definite un’azienda innovativa? 

Ogni anno investiamo il 12% in ricerca sviluppo, per offrire ai nostri clienti formulazioni innovative e tecnologicamente avanzate. Anche i grossi gruppi multinazionali, da qualche anno, affidano a noi lo sviluppo formulativo di tutti i loro prodotti.

La commissione europea nel dicembre del 2021 ha indicato Reynaldi come Best Practice europea di sostenibilità. Siamo tra le aziende più innovative in questo settore. Dal 2018 abbiamo investito sulla digitalizzazione e sull’innovazione tecnologica.

 Parlando di innovazione tecnologica, qual è il vostro rapporto con l’industria 4.0? Quali sono le tecnologie di cui vi avvalete?

Tutti i processi aziendali sono digitalizzati, dalla gestione delle materie prime in ingresso al controllo in fase di produzione attraverso lettori a codici a barre e lettori scanner. La fase di pesatura avviene tramite un sistema informatico, con un controllo digitale delle pesate. Tutti i turboemulsori di ultima generazione sono 4.0 e, utilizzando l’intelligenza artificiale, eseguono tutta la produzione in modalità totalmente autonoma. L’intervento umano si limita al solo inserimento delle materie prime nel turboemulsore in modo da adattare le quantità di produzione ai macchinari: questo sistema ci ha permesso di ridurre le non conformità a meno dell’1%. Tutte le linee di produzione hanno poi un computer di bordo che monitora le persone che lavorano attivamente su quella linea e su quella lavorazione, per ottimizzare ex post i tempi uomo e i tempi macchina.

Dott.ssa Reynaldi

L’implementazione delle tecnologie digitali richiede un cambio di passo anche a livello di competenze, in che modo state affrontando questa sfida?

Abbiamo assunto persone capaci di gestire i sistemi informativi e abbiamo investito molto in corsi di formazione e di reskilling. È necessario avere la cultura per comprendere le modalità più adatte e più efficienti per ogni tipo di impresa. Avere un responsabile informatico, laureato in intelligenza artificiale, che da anni lavora all’interno dell’azienda, ci ha permesso di comprendere quali tecnologie fossero più adatte alle nostre necessità.

Siete soddisfatti dei risultati raggiunti? Avete nuovi progetti o piani per il futuro?

Abbiamo margini quattro volte superiore alla media di settore, data la grande soddisfazione dei nostri clienti. Naturalmente la digitalizzazione delle imprese è un processo continuo per questo stiamo implementando i sistemi di tracciamento digitali di tutte le merci all’interno dell’azienda e uniformando i sistemi informatici interni aggregandoli in un unico data center.

Prima parlava del riconoscimento della commissione europea come Best Practice di sostenibilità, quale è la vostra ricetta?

Come azienda a conduzione familiare, scegliamo noi come fare le cose. Non ci interessano solo i risultati economici. Pensiamo al lungo termine. Pensiamo al mondo che lasceremo ai nostri figli e ai loro nipoti. Nel 2016 siamo stati la prima azienda di cosmetici italiana ad ottenere lo status giuridico di azienda Benefit, formalizzando così l’impegno nella sostenibilità ambientale e sociale.

Ridurre il nostro impatto e valutare la sostenibilità delle nostre scelte sono valori radicati nel nostro DNA e che condividiamo con i nostri collaboratori. Per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni abbiamo creato un impianto di ricircolo dell’acqua che, attraverso un sistema di recupero e filtraggio, consente il recupero di tutta l’acqua utilizzata nei processi produttivi; l’impianto fotovoltaico ci consente di essere autosufficienti dal punto di vista energetico e anche i rifiuti vengono trasferiti, senza azioni inquinanti, in un centro di recupero a 500 m di distanza dal nostro stabilimento.

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