L’export è uno dei pilastri dell’economia italiana ma quanto viene riconosciuto e favorito dalle nostre istituzioni ed enti pubblici?
Gli enti pubblici italiani forniscono supporto all’internazionalizzazione intervenendo su diversi fronti:
- contributi pubblici
- supporto informativo
- supporto operativo
- gestione dei rischi.
Andiamo ad approfondire ognuna di queste tematiche per capire di cosa si tratta, quale istituzione interviene e con quale attività.
Contributi pubblici
Un tema molto sentito dalle imprese è rappresentato dal supporto economico che le istituzioni offrono alle imprese esportatrici. In determinati periodi vengono aperti dei bandi attraverso i quali le aziende possono ottenere contributi a fondo perduto o finanziamenti a tasso agevolato a parziale copertura dei costi sostenuti (o da sostenere) per il progetto export. Tra gli enti più attivi su questo fronte ci sono quelli “nazionali” come Invitalia e Simest e quelli “locali” come le Regioni e le Camere di Commercio.
Questi contributi spesso finanziano l’intervento di professionisti esterni, come ad esempio i Temporary Export Manager. Occorre tener presente che non tutti i fornitori vanno bene per consentire l’ottenimento del contributo: quasi sempre gli enti che deliberano su bandi a favore dell’internazionalizzazione delle imprese richiedono che il fornitore abbia determinate caratteristiche come l’accreditamento alle liste delle società di TEM di Invitalia e Simest o il possesso titoli e certificazioni (recentemente è stata istituita la norma UNI 11823:2021 sulla figura dell’Export Import Manager e potrebbe diventare uno standard richiesto ai fornitori).
Supporto informativo
Il successo di un progetto export passa da un’adeguata preparazione e pianificazione.
Lo studio dei mercati, al fine di identificare le destinazioni a maggiore potenziale e valutare la migliore strategia di ingresso, dovrebbe essere previsto in tutti i progetti. Con l’obiettivo di aiutare l’impresa in questa fase, alcune istituzioni hanno creato portali e piattaforme che rendono disponibili informazioni utili alla pianificazione.
Coeweb è una piattaforma di Istat che raccoglie numerose statistiche in merito al commercio internazionale. In particolare, fornisce i dati delle esportazioni italiane di uno specifico prodotto (basato sul codice doganale) verso tutti i mercati del mondo. Le statistiche sono disponibili su più anni (addirittura è possibile conoscere il dato mensile) ed espresse in valore (Euro) e quantità (Kg). In questo modo l’azienda può ricavare ulteriori dettagli quali l’andamento delle esportazioni e il prezzo medio di vendita in ogni singolo paese. Si tratta di informazioni vitali per la scelta dei mercati di destinazione.
Anche l’Unione Europea con i suoi portali Eurostat e Access2Markets rende disponibili informazioni importanti nella fase di analisi dei mercati.
Supporto operativo
Ci sono degli enti che intervengono con una serie di servizi e iniziative a supporto dello sviluppo operativo all’estero delle aziende. Tra le soluzioni offerte rientrano:
- Piccole analisi di mercato
- Ricerca controparti
- Organizzazione di eventi come missioni commerciali, incontri B2B e fiere.
L’ente principale preposto a questo genere di attività è l’ICE, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese. L’ICE ha sede in diversi paesi del mondo, spesso presso l’ambasciata italiana, e offre quindi supporto locale. Un’alternativa all’ICE è costituita dalla rete delle Camere di Commercio italiane all’estero. Si tratta di enti collegati al sistema camerale italiano, spesso costituiti in forma di associazione, che operano allo scopo di promuovere gli interessi delle imprese italiane nel paese in cui sono situate.
Gestione dei rischi
Quante volte hai sentito la necessità di proteggerti dai pericoli di collaborare con aziende sconosciute e hai richiesto il pagamento anticipato? Non sei il solo, è comprensibile desiderare di ridurre o eliminare il rischio di brutte sorprese.
Sappi però che il tuo concorrente che offre pagamenti dilazionati, non è necessariamente un avventuriero o un amante del rischio, semplicemente si è tutelato con strumenti ad hoc.
Tra le strutture in grado di supportare le aziende nella gestione del rischio di credito rientra SACE, gruppo assicurativo-finanziario direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che fornisce soluzioni volte a promuovere e proteggere l’attività delle imprese italiane all’estero. Tra le altre cose SACE offre prodotti assicurativi a tutela del rischio di mancato pagamento e, allo stesso tempo, la possibilità di cedere il credito (voltura della polizza) a istituti finanziari come banche e società di factoring. In pratica, grazie a questi strumenti l’azienda italiana può essere più competitiva in sede di negoziazione grazie alla facoltà di concedere dilazioni (con copertura assicurativa) e smobilizzare il credito presso una banca.
Le istituzioni possono sostituire l’ufficio estero dell’azienda?
Abbiamo visto che i diversi enti intervengono in tutte le fasi del processo di internazionalizzazione, quindi la domanda sorge spontanea: una piccola impresa può delegare in toto a queste realtà il suo processo di internazionalizzazione? Gli strumenti messi a disposizione dalle istituzioni non si sostituiscono alle figure interne o esterne dell’azienda, bensì sono da considerarsi un supporto all’attività di Export Manager e Temporary Export Manager (n.b. la differenza tra Export Manager e Temporary Export Manager è che il primo è un dipendente dell’azienda mentre il secondo è un professionista che offre le proprie competenze a più imprese dedicando a ciascuna solo una parte del suo tempo. Risultando più economico rispetto all’assunzione full time il TEM è spesso la soluzione preferita dalle piccole imprese).
Questi manager hanno la responsabilità – in comune accordo con proprietà e management – delle decisioni e delle azioni operative. Alle istituzioni e ai loro servizi il compito di favorire l’attività e rendere più competitiva l’impresa italiana all’estero.
Criticità
A fronte di un supporto articolato riscontriamo la mancanza di una “cabina di regia”: gli enti sono diversi e questo può creare confusione nelle imprese che per la prima volta si affacciano al mondo dell’export. Una struttura in grado di orientare l’azienda verso lo strumento giusto oggi non esiste, perlomeno tra gli enti pubblici.
Un po’ come avviene in altri settori, dove non arriva il pubblico interviene il privato: a fianco degli enti visti sopra, esistono strutture private in grado di erogare servizi di elevato standard qualitativo che si integrano con, e valorizzano, l’offerta delle istituzioni italiane.
In conclusione, il sostegno offerto dalle istituzioni italiane nel processo di internazionalizzazione delle imprese copre diverse esigenze delle aziende: attraverso contributi pubblici, supporto informativo, supporto operativo e assicurazioni del credito, le istituzioni riescono a promuovere l’export e agevolare le attività delle imprese italiane all’estero. Tuttavia, è bene comprendere che le istituzioni non possono sostituire completamente il ruolo e l’expertise degli Export Manager interni o dei Temporary Export Manager esterni ma lavorano in sinergia con loro per raggiungere i migliori risultati nel processo di internazionalizzazione.