Quali nuove competenze sono necessarie e come aggiornarsi in un mondo digitale che può essere il nostro miglior assistente?
Colleghi più giovani e “digital native”, partner e fornitori ci propongono nuove forme di comunicazione, piattaforme innovative, strumenti che promettono di rendere il nostro lavoro più efficiente. Ci chiediamo: «È davvero possibile che in pochi giorni la nostra professionalità sia invecchiata così velocemente?» Eppure, con scadenze da rispettare, non possiamo fermarci per formarci da zero. In realtà è davvero tutto da re-imparare? Quali nuove competenze sono veramente necessarie?
Queste sono le domande che molti professionisti del marketing si stanno ponendo: come “tenere il passo” in un mondo in cui l’innovazione digitale e l’intelligenza artificiale (AI) stanno ridefinendo il panorama professionale. Quanto tempo occorre per recuperare le competenze necessarie?
Come si possono integrare i nuovi strumenti Digital senza sacrificare l’esperienza nelle strategie di marketing tradizionali?
Sgomberiamo subito il campo da questi dubbi e trasformiamoli nella migliore ricetta per un aggiornamento non solo tecnico, ma capace di migliorare la soddisfazione e la motivazione nel lavoro di chi fa marketing.
Le attività di marketing tradizionale sono sempre valide, semplicemente, con un uso consapevole del digitale, risultano più semplici nell’esecuzione e più misurabili nell’impatto. Inoltre, aprono ampi spazi alla sperimentazione per tornare ad essere creativi e riuscire a realizzare la propria professionalità in nuovi ambiti.
L’Evoluzione del Marketing Tradizionale
Le attività di marketing tradizionale restano valide: costruzione del brand, storytelling, analisi del target di mercato. Tuttavia, l’avvento del digitale ha semplificato molte di queste attività. Oggi è più facile implementare e misurare una campagna di marketing, grazie agli strumenti di analytics, ai social media e ai nuovi software di automazione.
La questione non si esaurisce solo nel “come” eseguire queste attività, ma bisogna concentrarsi sul “come farle nel modo giusto” in un contesto digitale. Conoscere gli strumenti è solo l’inizio; il vero cambiamento richiede competenze specifiche per sapere come sfruttare al meglio le nuove tecnologie.
Consideriamo come primo punto che le piattaforme digitali consentono e agevolano quelle conversazioni che i clienti si aspettano. È necessario quindi costruire contenuti perché raccontino e condividano esperienze, capaci di stimolare interazioni e conversazioni. Le informazioni tecniche sulle soluzioni sono facilmente reperibili dai clienti, ma quello che realmente le persone cercano sono idee, proposte, esempi, formazione di qualità con cui a propria volta acquisire nuove competenze.
Nuove Attività e skill di Marketing
Il digitale non si limita a rendere più semplici le attività tradizionali, ma deve quindi aiutare a introdurre nuove modalità di comunicazione. Le piattaforme digitali non sono semplicemente un canale unidirezionale: facilitano conversazioni, connessioni e interazioni in tempo reale.
Il ruolo del marketer non è solo quello di comunicare un messaggio istituzionale o tecnico di prodotto, ma è principalmente quello di costruire un dialogo. È proprio questo uno degli indicatori da monitorare e misurare per valutare la qualità del marketing digitale.
Quando si parla di Buyer Persona, di stereotipi di clienti, è solo il punto di partenza. Chi fa marketing, infatti, dovrebbe riuscire a creare contenuti avendo in mente clienti reali che appartengano a questi stereotipi. La conversazione, pur in una sfera professionale, dovrebbe essere molto più diretta e intima, esattamente come quando usiamo i social media o le applicazioni di messaggistica smartphone per le nostre comunicazioni personali.
Il ruolo del marketer non è solo quello di comunicare un messaggio istituzionale o tecnico di prodotto, ma è principalmente quello di costruire un dialogo
Le nuove competenze chiave da sviluppare includono:
1. Content Marketing Conversazionale: Non si tratta solo di produrre contenuti, ma di crearli in modo che generino discussioni e interazioni. Ogni contenuto deve essere pensato come una storia capace di stimolare una risposta, un’opinione, o un’interazione da parte del pubblico. I contenuti, soprattutto sui social, vengono scritti con uno stile più informale, rivolgendosi direttamente al target con il “tu” e utilizzando lo storytelling per immedesimarsi nei problemi e nelle sfide dei lettori.
2. Gestione delle Piattaforme Digitali: I professionisti devono essere in grado di utilizzare diverse piattaforme, dai social media agli strumenti di CRM, per veicolare i messaggi e sfruttare i meccanismi di interazioni con il pubblico. L’esplorazione di nuove piattaforme amplia le opportunità di interazione e consente di essere percepiti come innovativi.
3. Data Analytics: Le decisioni non possono più essere basate solo sull’intuizione. I dati sono alla base di ogni strategia di marketing efficace e saperli leggere o interpretare è una competenza essenziale.
Esempi concreti per una evoluzione del marketing in versione digitale:
Nel Content Marketing Conversazionale il passaggio dalla vecchia alla nuova metodologia richiede una trasformazione dall’impostazione per cui le campagne di marketing sono spesso unidirezionali, con messaggi promozionali diretti come «Acquista ora, offerta limitata!». Un approccio che, pur essendo ancora valido in alcuni contesti, non sfrutta appieno il potenziale delle piattaforme digitali moderne. Oggi, il responsabile marketing deve pensare a contenuti che non solo promuovano il prodotto, ma che coinvolgano attivamente il pubblico.
Coinvolgere Attivamente il Pubblico
Per esempio, un post sui social media non dovrebbe limitarsi a una call to action, ma dovrebbe stimolare la volontà di commento e condivisione. Una domanda come «Qual è stata la caratteristica del prodotto X che hai adorato?» o un sondaggio su tendenze di settore può suscitare risposte spontanee e creare un legame autentico con i clienti. Questo tipo di contenuti genera interazioni e fornisce al contempo preziosi feedback diretti dal pubblico. Gli strumenti da padroneggiare includono blog, Instagram Stories, TikTok e LinkedIn Newsletter, che facilitano le conversazioni immediate e permettono un’interazione diretta. Inoltre, l’analisi delle interazioni sociali diventa essenziale per capire quali contenuti generano il maggior coinvolgimento e come migliorare le strategie di comunicazione nel tempo.
La gestione delle piattaforme digitali non significa semplicemente pubblicare contenuti, ma creare una architettura attraverso cui comunicare in modo sincronico su più strumenti per raggiungere il pubblico nelle piattaforme preferite e, allo stesso tempo, raccogliere tutte quelle informazioni per comprendere i risultati di ogni attività marketing. Se prima il marketing si limitava a veicolare messaggi promozionali sfruttando canali diversi e molto spesso non in modo sinergico, oggi i professionisti del marketing devono governare le piattaforme digitali come se fosse un’unica “piazza di conversazione e interazione” sempre attiva e stimolante.
Piattaforme digitali come piazze di conversazione
Ad esempio, mentre in passato una campagna avrebbe puntato solo sulla promozione di un prodotto, ora l’obiettivo è stimolare conversazioni attraverso post sui social media, sondaggi, o domande aperte che invitino il pubblico a condividere opinioni e storie personali sull’offerta dell’azienda o sull’impatto che il prodotto o servizio ha avuto sulla sua vita. La vera evoluzione del marketing digitale sta nell’utilizzare tutte le piattaforme scelte come un’unica fonte di interazione. È chiaro che anche la scelta di quali Media usare per costruire la propria “piazza di conversazione” è una decisione importante che dipende dalle risorse interne all’azienda per la gestione degli strumenti stessi, ma soprattutto dalla comprensione di quali siano i canali preferiti per conversare.
Il potere dei dati: la guida al Data-Driven Marketing
L’ambito della Data Analytics e del Data Driven Marketing è forse l’area in cui maggiormente è necessaria una nuova formazione per guidare nella costruzione di esperienze. Un responsabile marketing abituato a prendere decisioni basandosi su intuizioni o esperienze personali si trova infatti molto in difficoltà nell’adattarsi a un mondo in cui ogni scelta è guidata dai dati. In precedenza, la selezione di un canale pubblicitario o la creazione di una campagna si basavano su conoscenze pregresse e convenzioni di settore, con affermazioni come: «In passato, gli annunci sui giornali hanno funzionato bene, quindi ripetiamo questa strategia». Tuttavia, nel marketing digitale moderno, ogni decisione può essere supportata da dati concreti.
Ad esempio, l’uso di strumenti come Google Analytics permette di monitorare il traffico su un sito web e comprendere meglio il comportamento degli utenti. Se una campagna genera traffico, ma con un basso tasso di conversione in contatti commerciali, il responsabile marketing può ottimizzare la landing page, rivedere il messaggio o semplificare il percorso di acquisto. Inoltre, l’uso dell’A/B testing permette di confrontare diverse versioni di un annuncio o di una pagina web per valutare quale ottenga i migliori risultati. Questo passaggio a una mentalità data-driven è cruciale per ottimizzare le campagne di marketing e massimizzare i risultati. Non si tratta di diventare scienziati dei dati, ma di comprendere quali informazioni, che abbiamo tra le mani, possono essere utili.
Il Ruolo dell’AI nel cambiamento
E l’intelligenza artificiale, che ruolo gioca in tutto questo? L’AI può essere vista come uno “stagista junior”, pronto a supportare il team con il suo potenziale di automazione e analisi dei dati. Ma, proprio come un giovane professionista, l’AI ha bisogno di una guida.
L’AI è straordinariamente veloce nell’elaborare grandi quantità di dati, offrire insights e ottimizzare strategie in tempo reale. Tuttavia, tende a proporre conclusioni affrettate senza il filtro di una valutazione umana basata sull’esperienza. Questo è il punto critico: l’intelligenza artificiale può accelerare il processo decisionale, ma non può sostituire l’intuizione e la creatività umana da cui la decisione nasce.
L’Intelligenza Artificiale: un assistente, non un sostituto
Le aziende devono saper sfruttare l’AI per ciò che è: un assistente intelligente che aiuta a semplificare e ottimizzare, ma sempre sotto la supervisione di una esperienza sul campo che solo gli operatori hanno. Senza una direzione umana, l’AI rischia di andare “fuori rotta”, interpretando i dati senza considerare le sfumature e le dinamiche che solo un marketer esperto può cogliere.
Giunti al termine di questo articolo, speriamo di essere riusciti a sconfiggere le “ansie da prestazione” dei responsabili marketing chiarendo che oggi, nell’era dell’AI, non si tratta di abbandonare le competenze tradizionali, ma di assumere un approccio più pratico e bidirezionale, più coinvolgente con i clienti. Il digitale e l’AI sono strumenti potenti e preziosi alleati per migliorare il coinvolgimento e misurarlo nei propri progressi. L’AI non è disponibile oggi per portare via il lavoro a chi fa marketing, ma per svolgere incarichi necessari, talvolta noiosi da portare a termine, a vantaggio di un risparmio di tempo da dedicare al miglioramento della qualità delle attività e perché no anche alla formazione.
Non è necessario imparare tutto in pochi giorni, ma è essenziale iniziare a integrare questi nuovi strumenti e competenze nel proprio toolkit professionale per rimanere rilevanti e competitivi in un panorama che cambia rapidamente. Basta essere curiosi, perché informarsi è semplice: leggere le esperienze di altri professionisti, confrontarsi con i colleghi “nativi digitali”, farsi supportare da una agenzia di marketing che, oltre ad usare questi strumenti sia anche in grado di realizzare con voi un percorso di training on the job sono tutti modi per riguadagnare sicurezza nel proprio lavoro.
Il “dove” comunichiamo è molto più complicato e bisogna saper governare tutti i canali scelti, perché la piattaforma di comunicazione sia sempre aggiornata e coerente nel presentare esperienze e contenuti pensati per il cliente.
L’esperienza del marketing tradizionale è tutta da conservare, occorre solo applicare ciò che sappiamo a processi di interazione con i clienti che si sono profondamente trasformati
Il “come” le attività vengono svolte è stato migliorato dalla AI che svolge compiti di routine lasciandoci più tempo per pensare alle strategie