venerdì 27 Dic, 2024

Il decennio tech dell’Europa

Il report del fondo Atomico sullo stato degli investimenti in tecnologia del vecchio continente mostra grandi progressi ma ancora ridotti rispetto alla concorrenza globale

Le aziende tecnologiche europee hanno raccolto, dal 2015 ad oggi, 426 miliardi di dollari in investimenti, dieci volte di più rispetto ai 43 miliardi del decennio precedente. Solo quest’anno, le tech company dell’Ue raccoglieranno 45 miliardi di dollari, una cifra in linea con i 47 miliardi raccolti nel 2023. Sempre in scia con l’anno precedente anche la raccolta delle italiane che arriveranno ai  900 milioni di dollari entro la fine del 2024, nel 2023 avevano toccato il miliardo. Nel Sud Europa meglio del nostro Paese solo la Spagna che arriva a 1,4 miliardi di dollari, mentre Portogallo e Grecia si assestano a 100 milioni di euro. 

Sono i dati principali che emergono dalla nuova edizione di  “State of European Tech”, il report del fondo di investimento Atomico, sullo stato della tecnologia in Europa. Il report combina dati quantitativi provenienti dai 41 paesi d’Europa insieme a un’indagine condotta su migliaia di fondatori, operatori e investitori, al fine di capire che cosa stia realmente accadendo nel settore tecnologico europeo. In questa edizione del rapporto Atomico esamina l’evoluzione dell’ecosistema digitale europeo negli ultimi dieci anni. 

L’Europa digitale cresce a ritmi sostenuti: ecco i numeri.

Secondo Sarah Guemouri, dirigente di Atomico e co-autrice del rapporto, i dati presentati dovrebbero essere «un incoraggiamento per tutto l’ecosistema, a dimostrazione di quanto siamo arrivati lontano e quanto ancora possiamo fare. Il prossimo passo per l’Europa è sviluppare il suo ecosistema di crescita. Per riuscirci, è necessario un maggiore supporto da parte dei fondi pensione e degli LP governativi, affinché le aziende europee nella fase successiva possano costruire un futuro migliore».

Secondo il rapporto, tra dieci anni, la tecnologia europea potrebbe raggiungere un valore complessivo di 8 trilioni di dollari e un bacino di talenti di livello mondiale composto da 20 milioni di dipendenti. Quest’anno, come detto, gli investimenti delle tech company italiane hanno raggiunto i 900 milioni di dollari. Nel decennio precedente, 2005-2014, il totale degli investimenti arrivava, nel complesso, a 600 milioni di dollari. Per il prossimo, 2025-2034, si prevede che questa cifra possa crescere di quasi 12 volte, arrivando a 7,7 miliardi di dollari.  Anche il numero di impiegati nel settore del tech è aumentato: da 26.000 a 167.000 unità, pari a sei volte in un decennio. Dieci anni fa l’Italia non aveva ancora nessuna azienda tecnologica che fosse un unicorno, oggi le tech company made in Italy che valgono oltre 1 miliardo di euro sono 7.

Nell’Ue si fondano più aziende tech rispetto agli Usa

Nel 2015 Londra era l’unica città europea nella lista mondiale dei dieci principali hub per i finanziamenti alle startup emergenti (con round inferiori ai 15 milioni di dollari). Oggi la capitale inglese è salita al secondo posto a livello globale, con Berlino e Parigi subito dopo, entrate nelle prime dieci posizioni. Da 10 anni a questa parte L’Europa è la sede principale per i fondatori di startup emergenti e batte anche gli Stati Uniti. Attualmente sono 35.000 le startup tech emergenti in Europa: più che in qualsiasi altra regione al mondo.

Attualmente in Europa ci sono otto volte più aziende in fase di crescita rispetto a dieci anni fa, nonostante il contesto sia ancora difficile. Infatti, mentre Europa e Stati Uniti partono da una base simile in fatto di numero di aziende costituite, le startup americane hanno il doppio delle probabilità di raggiungere round superiori ai 15 milioni di dollari rispetto a quelle europee. Non è un caso che una startup su due in Europa, tra quelle in fase di sviluppo, si sia rivolta a un investitore statunitense per un finanziamento. Questo è un dato rilevante poiché crea una fuga di risorse dall’Europa, portando via talenti, conoscenze ed economia.

I fondi pensione europei attualmente investono solo lo 0,01% dei capitali nel venture capital globale, un dato che sembra quasi un errore di arrotondamento rispetto ai 9 trilioni di dollari di asset che gestiscono. Nel Sud Europa, lo 0,014% degli asset dei fondi pensione è destinato al venture capital, un dato che rappresenta il secondo valore più alto tra le regioni europee ma che resta comunque esiguo.

3,5 milioni di persone impiegate nel settore tech in EU

Negli ultimi dieci anni il settore tecnologico in Europa ha vissuto una crescita molto consistente, con il numero di dipendenti nelle aziende tech che è aumentato fino a sette volte. Attualmente, l’industria tecnologica europea impiega 3,5 milioni di persone, un numero simile a quello degli Stati Uniti nel 2020. Dal 2015, sono stati creati oltre 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro in questo settore, con una crescita media annua del 24%, in linea con il mercato statunitense.

Il Sud Europa in particolare ha registrato una crescita significativa. In Spagna, il numero di lavoratori del settore tech è passato da 14.000 nel 2015 a 175.000 oggi, un incremento di 12 volte. Anche in Italia c’è stato un boom, con i dipendenti passati da 26.000 a 167.000 nello stesso periodo, pari a un aumento di 6 volte. Un aspetto interessante è l’impegno della tecnologia europea verso la sostenibilità. Infatti un quinto degli investimenti (21%) è destinato alla sostenibilità, una quota doppia rispetto a quella degli Stati Uniti (11%). La gestione del carbonio è uno dei temi centrali, con un forte aumento dei finanziamenti nelle fasi iniziali delle startup.

Il ruolo del deeptech

Il settore del deeptech, che include tecnologie avanzate come l’AI, rappresenta un terzo (33%) dei finanziamenti tech europei. Negli ultimi dieci anni, le startup europee di deeptech hanno raccolto 94 miliardi di dollari e hanno consolidato la propria posizione dietro Asia e Stati Uniti. Il bacino di talenti in Europa è un punto di forza, grazie a università e centri di ricerca eccellenti. Solo in Spagna ci sono oggi 30.000 posizioni attive legate all’IA, un numero che è cresciuto di sei volte negli ultimi anni.

L’analisi mostra inoltre che i fondatori con più di dieci anni di esperienza hanno notato dei progressi in termini di diversità e inclusione negli ultimi dieci anni, dichiarazione condivisa anche dai membri di gruppi sottorappresentati. Tuttavia, il rapporto rileva che, in questo decennio, i passi avanti nel colmare il divario di finanziamento rispetto al genere sono stati minimi. Se da un lato i team composti esclusivamente da donne, al momento, hanno raddoppiato la quota di finanziamenti pre-Seed rispetto a prima (pari al 4,9%), dall’altro la loro percentuale continua a diminuire nelle fasi successive, scendendo all’1,7% nelle serie B e oltre.

La crescita dei fondi di Venture Capital in Ue 

Negli ultimi dieci anni, la crescita dei fondi di Venture Capital in Europa ha superato quella di tutte le altre regioni. Il tasso di crescita medio decennale del continente è stato del 13%, una cifra superiore a quella di qualsiasi altra parte del mondo. Gli Stati Uniti hanno registrato un tasso di crescita dell’8% nello stesso periodo, la Cina il 2%, mentre il resto del mondo il 10%. Dieci anni fa, in Europa c’era un solo fondo superiore a 500 milioni di dollari.

Quest’anno, invece, l’Europa ha visto otto fondi raggiungere quella stessa cifra. I primi dieci hanno totalizzato 7 miliardi di dollari nel 2024, tra strategie per la fase di lancio e quella di crescita.  Dal 2015, i VC europei hanno raccolto un totale di 154 miliardi di dollari. Quasi il triplo dei 54 miliardi raccolti nei dieci anni precedenti al 2015. Il panorama degli investitori nel settore tecnologico europeo è cambiato notevolmente dal 2015, soprattutto nel Sud Europa: dieci anni fa tutti i fondi venivano raccolti da Limited Partner locali, mentre oggi si rivolgono sempre più a investitori europei che ora contribuiscono al 14% dei fondi LP.

Scopri subito la nuova edizione di

Tecnologia & Innovazione