22/04/2022
La realtà aumentata è un’aggiunta di contenuti virtuali al mondo reale. La sua diffusione è stata graduale in questi dieci anni culminando negli ultimi due in una rapida accelerazione, incentivata negli ultimissimi periodi dalle big aziende internazionali che hanno iniziato a lavorare su software dedicati come ARCore e ARKit, le piattaforme per lo sviluppo di esperienze in realtà aumentata di Apple e Google e hardware come gli Hololens di Microsoft e MAGIC LEAP, occhiali in grado di proiettare elementi di realtà aumentata destinati maggiormente al mondo industriale, e gli attesi Apple Glasses, in uscita quest’anno, un accessorio creato invece per la vita di tutti i giorni.
Potremmo definire la realtà aumentata un “gigante addormentato che sta cercando l’input giusto per svegliarsi”
Ecco, la realtà aumentata è appena uscita dalla fase REM, e quando si sveglierà gli sviluppi saranno molto interessanti, con ricavi stimati fino a oltre 25 miliardi di dollari nel 2025.
Quando si parla di realtà aumentata si aprono tre principali scenari. Il primo è l’aumento dello spazio a disposizione di tutti che altrimenti rimarrebbe inutilizzato: immaginate una piazza, con i vostri occhi la vedete come un’area spaziosa, solitamente libera da oggetti fisici, adesso guardatela utilizzando della realtà aumentata e vi renderete conto che la stessa piazza si può riempire di infiniti contenuti, nello stesso spazio possono esserci più utenti senza sovrapporsi. Quindi, il primo punto lo chiamerei ottimizzazione degli spazi.
Il secondo è ciò che la realtà aumentata, con il suo potenziale, può fare nel green. Ci sono tantissime interazioni che oggi portiamo avanti con oggetti reali che in verità potrebbero tranquillamente essere compiute in modalità AR: immaginate una concessionaria di auto in realtà aumentata, che vi permette di vedere il veicolo che vi interessa contestualizzato nella realtà, ma senza tutto lo spreco energetico e i costi fisici di mantenimento di una struttura reale. Oppure come sistema per abbattere i costi di spostamento e le emissioni dei mezzi di trasporto che rendono possibile la partecipazione ad eventi ed esposizioni, con l’obiettivo di arrivare a un minore consumo di risorse, che diventeranno sempre più scarse. Quindi il secondo punto lo chiamerei ottimizzazione delle risorse.
Il terzo punto è la facilità, velocità e la quantità di informazioni raggiungibili con la realtà aumentata. Oggi le informazioni del mondo reale devono necessariamente sottostare a limiti come la scarsità di spazio o la mancanza di supporti adeguati. Immaginate banalmente le etichette con gli ingredienti presenti sul packaging di un prodotto. Nella realtà non è possibile ottenere più informazioni di quelle che troviamo scritte nello spazio di pochi centimetri quadrati di un’etichetta. Con la realtà aumentata potremo visualizzare gli ingredienti in 3D, vedere video di come avviene la produzione, ricostruire il percorso di tracciabilità degli stessi ingredienti, ricevere consigli di utilizzo, conoscere tutto sull’azienda produttrice ecc. Quindi il terzo punto lo chiamerei ottimizzazione dei dati.
Oggi tutte queste informazioni le possiamo trovare sul web, ma questo richiede tempo, delocalizzazione, e soprattutto bisogna sapere cosa cercare e avere la volontà di farlo. Con la realtà aumentata, invece, basterà puntare la camera su un determinato oggetto per ottenere immediatamente tutte le informazioni aggiuntive. Dal punto di vista di chi crea e distribuisce contenuti, ci saranno immediatezza e facilità, due vantaggi vincenti per veicolare un flusso di informazioni mirato ed efficace. Per il fruitore, il vantaggio si manifesterà in un risparmio di tempo e di fatica nella ricerca di informazioni, tutti sapranno che le informazioni sono già lì, aspettano solo di essere inquadrate con la fotocamera.