Le aziende a conduzione familiare rappresentano un elemento fondamentale del tessuto economico italiano e molte di esse sono riuscite a posizionarsi sui mercati internazionali facendo leva sulla capacità di coniugare managerialità, qualità e innovazione. Questa rubrica ci guida alla scoperta di alcune eccellenze del nostro tessuto economico andando a raccontare in che modo queste realtà hanno affrontato le sfide del mercato valorizzando la propria capacità di innovare e rinnovarsi. All’interno di questo viaggio alla scoperta delle imprese familiari più innovative d’Italia, abbiamo incontrato Tiziana Vimercati, Amministratore Delegato di Fortune International Transport.
Tiziana Vimercati / Amministratore Delegato di Fortune International Transport
Ciao Tiziana, cosa fa Fortune International Transport e come è nata?
Agli inizi degli anni 80, quello che sarebbe diventato mio marito un giorno rispose ad un annuncio sul giornale: cercavano un direttore commerciale per un’azienda di spedizioni. Lui aveva 6 anni di esperienza e decise di tentare il grande salto. In effetti si trattava di un gruppo di società già attive in altri settori che volevano sviluppare anche l’attività di spedizioniere inter- nazionale.
Quindi iniziò praticamente da zero: acquistare un paio di scrivanie, trovare un ufficio, fare i contratti per le linee telefoniche, assumere un paio di persone. E partirono. Fin da subito cominciarono a gestire le spedizioni di merci del gruppo ma a breve iniziarono anche ad avere una loro clientela. Quando decisero di chiudere varie società del gruppo, tra cui la sua, mio marito decise di rilevarla. Siccome per essere proprietari di una s.r.l. bisogna essere almeno due soci, mi arrivò una telefonata da lui: “Dammi il tuo codice fiscale – mi chiese – sto comprando un’azienda e mi serve un socio”. Anch’io lavoravo nel settore delle spedizioni ma, alme- no inizialmente, restammo separati. Poi nel agli inizi degli anni 90 entrai anch’io in azienda.
Da quando avete cominciato a oggi come è cambia- to il mercato e il settore in cui operate?
Purtroppo la situazione di crisi dei primi anni 2000 si è fatta sentire e nel 2014 abbiamo dovuto valutare un drastico cambio di rotta. Dalla gestione di piccole spedizioni via mare, il cosiddetto “consolidato marittimo”, siamo passati ai grandi progetti utilizzando navi speciali per i trasporti di merci che non potevano muoversi in container. Siamo entrati a far parte di un network mondiale di aziende specializzate nei trasporti di gran- di impianti, così da poter competere con le multinazionali del settore.
Quanto è importante l’innovazione per rendere un’azienda competitiva sul mercato internazionale?
Nel corso di questi quasi quarant’anni, i cambiamenti sono stati davvero tanti. Siamo passati da un’epoca nella quale ancora non esisteva il computer né il fax ad oggi dove tutto è coordinato/condizionato da pro- grammi software. Il primo programma gestionale ce lo siamo scritti da soli!
In questi ultimi anni il tema della digitalizzazione è stato l’elemento trainante per quel che riguarda i cambiamenti all’interno delle imprese. In che modo le nuove tecnologie stanno impattando sullo sviluppo della vostra realtà?
Certamente la digitalizzazione è stata determinante, ma la peculiarità del nostro lavoro è che ogni singola spedi- zione è diversa l’una dall’altra. Ma ancora gli algoritmi non possono guidare le nostre spedizioni. Se gli algoritmi gestiscono le consegne dei piccoli pacchi di Amazon in maniera piuttosto standard, quando si tratta di movimentare una turbina da 120 tonnellate o uno scambiatore di calore da 240 tonnellate, è chiaro che non è possibile generalizzare.
Il fatto di essere un’azienda conduzione familiare vi ha aiutato a superare i momenti di crisi?
Certamente sì: quando abbiamo dovuto affrontare le crisi all’inizio degli anni ’10 del 2000, abbiamo potuto evitare di tagliare stipendi e posti di lavoro accollandoci le perdite. Poi, ad evitare il crollo totale, abbiamo aiutato i dipendenti che ormai erano in eccesso a trovare altre sistemazioni ottimali nel settore e con loro siamo ancora in contatto. Contemporaneamente guardavamo alle potenzialità offerte sul mercato mondiale per poter ripartire alla grande ed oggi possiamo dire di aver riconquistato le posizioni perse. Quest’anno, ad esempio, nonostante la pandemia, abbiamo mantenuto il trend lavorativo dello scorso anno.
Nuovi progetti o piani per il futuro?
Rimanere troppo piccoli è certamente difficile. Così come siamo riusciti a creare un network di aziende a livello mondiale crescendo nella collaborazione, la nostra speranza è quella di riuscire a creare un analogo network di aziende tutte italiane dove ognuna possa far confluire le proprie esperienze, conoscenze, capacità. Nel 1999, quando ancora ci occupavamo esclusivamente di “consolidato marittimo”, abbiamo creato l’associazione dei consolidatori, proprio per coordinarci al meglio. Ormai da tempo abbiamo abbandonato quel particolare tipo di attività, ma l’associazione è ancora attiva. D’altronde la nostra idea è che “collaborare sia meglio che competere”. Una concorrenza legata solo a ridurre i prezzi è destinata al fallimento.