giovedì 23 Mag, 2024

2023, il volo del mercato IoT

I dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano mostrano un andamento in crescita e un valore che sfiora i 9 miliardi. In calo i progetti Industrial IoT

Nel 2023 il mercato italiano dell’Internet of Things ha raggiunto un valore di 8,9 miliardi di euro, +9% rispetto al 2022. È quanto emerge dai risultati della ricerca dell’OsseOsservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. L’offerta di soluzioni IoT continua a evolvere, con un numero crescente di aziende in grado di raccogliere grandi quantità di dati dagli oggetti connessi, grazie ai quali è possibile integrare la propria offerta con nuovi servizi di valore. Questo approccio ha un impatto diretto sui numeri del mercato: i servizi raggiungono quota 4 miliardi di euro (+14% vs 2022).

«Se si considera la riduzione degli incentivi legati al Piano Transizione 4.0 e al Superbonus nel corso dell’anno, il risultato è particolarmente positivo – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio IoT -. Guardando al futuro, una prima grande sfida da cogliere riguarda la valorizzazione dei dati raccolti dai dispositivi. Da un lato, l’utilizzo dei dati può migliorare le performance del business attuale tramite, ad esempio, l’efficientamento delle operations o il miglioramento dell’offerta. Dall’altro, permette alle imprese di espandere il proprio business o modificarne la natura, abilitando servizi aggiuntivi per i propri clienti e nuovi modelli di business basati sulla servitizzazione».

«Altre due grandi sfide che il mercato dovrà affrontare riguardano l’integrazione tra IoT e AI da un lato, e un maggior focus sulla sostenibilità (in primis ambientale) dall’altro – osserva Angela Tumino, Direttrice dell’Osservatorio IoT –. È infatti proprio grazie all’effettiva capacità di sfruttare l’enorme potenziale derivante dall’integrazione tra IoT e AI che si porranno le basi per lo sviluppo del mercato futuro, grazie a nuovi scenari di utilizzo e ai numerosi benefici derivanti dall’impiego di dispositivi sempre più intelligenti».

2023, il volo del mercato IoT

Nonostante la crescita del valore di mercato, nel 2023 si assiste a un rallentamento nel lancio di nuovi progetti Industrial IoT sul territorio italiano: il 18% delle grandi aziende ha avviato progetti nel corso dell’ultimo anno, dato in diminuzione rispetto al 31% del 2022 e al 21% del 2021.
«Questo calo è da imputare in primis al dimezzamento degli incentivi – evidenzia Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things – che da alcuni anni hanno ormai un impatto diretto sull’avvio di nuovi progetti. A testimonianza di ciò, quasi la metà delle imprese (48%) ha attribuito un ruolo chiave agli incentivi nella decisione di attivare progettualità di Smart Factory in passato. Nel biennio 2024-25, grazie al nuovo Piano di Transizione 5.0 che prevede lo stanziamento di 6,3 miliardi di euro, ci si augura che questa tendenza potrà essere finalmente invertita».

Per quanto riguarda le aziende produttrici di macchinari operanti in Italia, il 60% delle imprese coinvolte ha una conoscenza discreta o elevata delle soluzioni IoT e quasi 1 azienda su 2 (46%) connette la maggior parte (31%), se non tutti (15%), i macchinari che realizza. Percentuale che aumenta ulteriormente se si include anche chi connette solo una piccola parte dei macchinari prodotti, arrivando a toccare quota 75% (3 aziende su 4).
Tuttavia, resta necessario lavorare di più per sfruttare realmente il potenziale dei dati raccolti: quasi 1 azienda su 2 (49%) non ha accesso ai dati generati dai macchinari in uso dai clienti. Inoltre, tra coloro che li utilizzano, più di 1 su 2 (58%) non sfrutta i dati per sviluppare versioni migliorative del macchinario/impianto o non sa se sono effettivamente impiegati per questo scopo. Del restante 42%, soltanto nel 10% dei casi le aziende utilizzano i dati raccolti per sviluppare versioni migliorative sfruttando la tecnologia Digital Twin. Risulta invece positivo l’approccio dei produttori verso i nuovi servizi: la maggior parte delle aziende che ha venduto macchinari connessi ha abbinato anche servizi aggiuntivi (64%), quali la manutenzione preventiva (36% del campione) e di tipo informativo (26%).

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