Tecnologie abilitanti per la fabbrica 5.0 intelligente e sostenibile e un‘industria consapevole delle opportunità
Si è svolta a Treviso il 13 marzo 2025 la tavola rotonda organizzata da SPS presso la Camera di Commercio di Treviso, dal titolo “Le tecnologie abilitanti per la fabbrica 5.0 intelligente e sostenibile”.
Al centro dell’evento l’industria 5.0, la frontiera attuale del mondo dell’industria e dell’automazione. Se infatti il concetto dell’industria 4.0 aveva visto l’insorgere di elementi come l’automazione avanzata e la presenza di tecnologie digitali nelle procedure industriali, l’industria 5.0 accentua maggiormente l’integrazione collaborativa fra uomo e macchina, soprattutto in un’ottica di sostenibilità. La nuova frontiera dell’industria è, infatti, la sinergia che si crea fra questi due elementi, umani e robot, in cui l’ultimo non va a sostituire i primi, ma ne diventa il principale aiutante.
Numerose personalità del settore hanno partecipato all’evento. Tra i temi trattati: automazione, robotica collaborativa e intelligenza artificiale. Particolare importanza è stata data al software e il suo utilizzo, in quanto trainante di tutte le tecnologie, anche quelle rinnovabili.
«Una conseguenza della digitalizzazione è la flessibilità e la capacità predittiva La sostenibilità, per le piccole e medie imprese, è fondamentale per stare sul mercato». Sulle parole di Fabio Massimo Marchetti, Vice Presidente ANIE Automazione, si aprono gli interventi.
Digitalizzazione e sostenibilità, esigenze assolute per le PMI
SMACT è il Competence Center nato con lo scopo di facilitare l’accesso delle imprese alle nuove tecnologie, come l’AI applicata ai processi aziendali. Le macchine per farlo sono già disponibili, ma le aziende non le utilizzano ancora come potrebbero. Matteo Faggin, Direttore Generale dello SMACT, ha parlato proprio di questo nel suo intervento. Quali tecnologie sono state maggiormente integrate dalle imprese, almeno nel Triveneto? La robotica è la maggiore, secondariamente archiviazione, analisi dei dati e sistemi cloud. AI, sistemi di interazione uomo-macchine invece sono ancora indietro come anche nell’applicazione di tutti i punti dell’industria 4.0.
«Bisogna ancora fare quel salto», ha detto Faggin, «un salto che dipende dalla consapevolezza imprenditoriale dell’impresa». Il soggetto diventa chiaro: non è la tecnologia ma chi la utilizza, che deve conoscerla, comprenderla, provarla e, non da meno, concederle fiducia. «L’imprenditore deve interiorizzare l’opportunità della digitalizzazione e della sostenibilità e deve già intravedere il ritorno del proprio investimento. Che quest’ultimo venga incentivato oppure no, la differenza la fa la convinzione di chi vuole cogliere questa opportunità. Ma è necessaria un’evoluzione nella comprensione di questo fenomeno, nonché l’intermediazione tra professionisti e aziende».
Lorenzo Chiara, Key Account Manager di Brembo Solutions, leader per la produzione di sistemi frenanti per automobili, ha raccontato l’esperienza dell’azienda, in quanto Brembo non è più solo fornitrice di hardware ma è diventata solutions provider. Si sono ampliati al di fuori del settore automotive ma verso clienti del settore manifatturiero. Il percorso di Brembo è veloce in questo settore, grazie agli investimenti nell’intelligenza artificiale e di un team che se ne occupa. I progetti portati avanti da loro sono principalmente nel controllo qualità, ricerca e sviluppo. Il loro modello AI utilizzato per il controllo del disco freno è stato traslato nel controllo qualità del settore tessile, utilizzato per il valutare la qualità dei tessuti di vestiario. Questo dimostra il passaggio da una situazione di lavoro solo umano ad uno con l’avvantaggiamento della macchina.
AI non è una tecnologia, ma una miriade di tecnologie
Come possono le PMI fare dei test e verificare se queste nuove tecnologie funzionano? Ne ha parlato Roberto Santolamazza, Direttore Generale di t2i, che si occupa di trasferimento tecnologico. «Se dovessimo condensare in poche parole la nostra missione, direi: siamo i facilitatori dell’innovazione» ha detto. «Nessuno di noi in questa stanza può pensare di essere il portatore di una competenza assoluta e completa su questo fronte, non fosse altro per la velocità di evoluzione, vera caratteristica della transizione 5.0 rispetto alle precedenti. I cambiamenti avvengono in mesi, settimane, e non più in anni. In confronto al ritmo a cui le aziende, soprattutto quelle piccole, erano abituate, questo elemento rende tutto più faticoso. Quindi, la nostra idea è quella di partire da una crescita di consapevolezza. Il tema non è comprare la tecnologia: l’incentivo è stato tattico, ma non strategico. Manca la visione.»
Da più voci è stata sottolineata l’importanza di abituarsi a ragionare in una logica di open innovation e a guardare ad aziende di diverso settore. Analisi predittive guidate dall’AI sono approcci nuovi che agevolano la riduzione di costi per le manutenzioni, gli sprechi e migliorano l’efficienza di produzione ordinaria. Neural, Recentre e Pid Next sono progetti di cui t2i è componente, esempi di applicazione in diversi ambiti di queste innovazioni.
«L’AI è uno strumento per migliorare gli strumenti già esistenti, non una bacchetta magica», ha evidenziato Santolamazza.
Rivivi l’evento
Al primo panel della tavola rotonda di SPS hanno partecipato Paolo Guarise, Area Sales Manager di Beckhoff Automation; Francesco Remonti, Business Developer di Danfoss Drives; Piero Millevoi, CEO di Innomotics e Massimo Moretto, Sales Engineer di Lenze Italia.
Il tema iniziale del panel è stato l’applicazione dell’intelligenza artificiale e del machine learning, entrambi strumenti non ancora pienamente adottati dalle aziende. Richiedono infatti l’ausilio di data scientist come mediatore tra umani e macchina, non sempre possibile nelle piccole e medie imprese. Da qui l’importanza dell’addestramento dell’AI. Tra i vari temi affrontati nel panel c’è stata la necessità di sviluppare motori altamente specifici per la richiesta del cliente. Ma anche la sostenibilità, punto centrale dell’industria 5.0, raggiungibile grazie all’implementazione di impianti di stoccaggio dell’anidride carbonica, idrogeno verde ed impianti di desalinizzazione. Infine, il tema, di grande attualità, della protezione dei dati nel cloud.
Transizione digitale sostenibile alla tavola rotonda di SPS
La Presidente e CEO di Galdi, azienda di macchine confezionatrici per alimenti e bevande, Antonella Candiotto, ha portato ad esempio il proprio percorso di trasformazione aziendale nell’ottica della riduzione al minimo degli sprechi e di miglioramento della procedura di design grazie al machine learning. La condivisione delle tecnologie applicabili in aziende e settori differenti, quindi non competitor, è la chiave per l’innovazione. Candiotto ha ricordato l’importanza dei green report aziendali anche quando non sono obbligatori, poiché spinti non da un dovere ma un sincero interesse, ma anche il concetto di sostenibilità a tutto tondo: ambientale, sociale, di governance. «In un periodo come questo», ha detto Candiotto «in cui, quando si apre il giornale, si leggono notizie molto negative, in cui ci sono guerre e sembra valere la legge del più forte anziché quella del più giusto, l’innovazione è un linguaggio universale che ci dà speranza, e i sogni ci danno forza per andare avanti. Dobbiamo quindi continuare a sognare un futuro migliore, ed essere responsabili per continuare ad innovare e a investire per creare aziende migliori e un territorio migliore».
Il Responsabile di Produzione di NOISE, Mirco Vazzola, ha portato la testimonianza virtuosa di come l’azienda, seppur piccola, è molto attiva in tema di sostenibilità ambientale. Utilizza pannelli anti-rumore fatti di materiale riciclato e impianti di aspirazione intelligenti per ridurre i consumi energetici, innovazioni che hanno permesso di migliorare il processo di produzione sotto molti punti di vista. La loro attenzione alla questione ambientale gli ha permesso di ottenere la Certificazione Ambientale di Processo, oltre ad avere molto successo nei paesi del Nord Europa.
Sostenibilità leva per il futuro
Alessandro Del Faggio, Direttore CFO di Tommasi Maronese, ha portato sul tavolo della discussione il ruolo chiave della formazione del personale, al fine di migliorare la conoscenza del valore dei dati. «Quelli che erano operai diventano collaboratori: migliorie, confronti sono possibili grazie alla possibilità di interazione». La sostenibilità è un altro punto focale per Del Faggio: «Lavorando un prodotto naturale come il legno non possiamo che credere fermamente in questo concetto. Adoperiamo solo vernici ad acqua, vogliamo lavorare per proporre un modello industriale più umano e responsabile per il futuro».
Gli argomenti del secondo panel della tavola rotonda di SPS sono stati maggiormente improntati sulla sostenibilità dell’industria del futuro, portando gli esempi delle aziende presenti alla tavola: Maurizio Alessandro Bardella, Technical Director di Murrelektronik; Giuseppe Biffi, Corporate Communications Manager di Siemens; Ann LoCicero, CEO di smartFAB, e Maurizio Milazzo, Sales Director di TXOne Networks. Tutti hanno posto l’accento su un principio: ridurre il più possibile laddove non è possibile rimuovere. Ad esempio, miglioramenti come la sostituzione degli attuatori automatici con quelli elettrici che riducono l’impatto ambientale. Ma anche valutazioni più ampie sull’intero ciclo produttivo, che richiedono di considerare gli effetti secondari ed indiretti di ogni fase.
Position Paper 2025 di SPS
Una parte importante della tavola rotonda di SPS è stata dedicata alla presentazione del Position Paper 2025 di SPS, illustrata da Federico Milan, Digital Innovation Manager di Breton e membro del Comitato Scientifico di SPS Italia. Il paper, dai capitoli più brevi rispetto all’edizione 2024, è dedicato a 4 temi fondamentali: le nuove competenze per le fabbriche digitali, il percorso verso la sostenibilità nell’industria manifatturiera, cyber security e data protection nel contesto industriale; intelligenza artificiale, big data e impatto sui modelli di business.
Consapevolezza quindi è stata la parola chiave della giornata, soprattutto per quanto concerne l’applicazione tecnologica in contesti di piccole e medie imprese. Poiché la tecnologia e l’innovazione non possono portare resilienza e sostenibilità senza che umani e imprese non ne colgano il pieno potenziale.